ANELA

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LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO

Anela è un paese della Sardegna centrosettentrionale situato nella regione conosciuta come Goceano. Il suo territorio ha una forma allungata in senso trasversale da nord-ovest verso sud-est, ed è considerato un territorio prevalentemente di montagna, con diversi rilievi che raggiungono e superano i 1000 metri di altitudine, soprattutto nella parte centro-nord.

Il confine settentrionale di Anela si ha col territorio di Nughedu San Nicolò, ed è un fiume che prende diversi nomi a seconda della località, “Riu Iscias de Trigu” e “Riu Campanas”, che delimita i due paesi. Questo corso d’acqua si trova a un’altitudine che supera di poco i 400 metri sul livello del mare e raccoglie le acque di numerosi immissari che si originano ad altezze invece molto superiori verso la regione centrale del territorio di Anela, quella dove si trovano foreste sterminate, e di cui quella demaniale denominata appunto “Foresta Anela”, con un’estensione di oltre 1000 ettari, è forse la più conosciuta.

Le specie vegetali presenti vanno da diverse varietà di quercia, con il leccio che prevale sulla roverella, a varietà di conifere, con ad esempio il pino nero, il cedro dell’Atlante e l’abete, ma anche con presenza di castagno, faggio, agrifoglio e acero.

La foresta ha un altissimo valore naturalistico e paesaggistico, boschi impenetrabili si alternano a distese pianeggianti e aree attrezzate per soste e campeggi, con tutti i servizi necessari per pranzi all’aria aperta.

All’interno della foresta di Anela vi è abbondanza di corsi d’acqua, sorgenti e fontane, di queste ultime se ne contano addirittura quasi 40.

È all’interno di questo complesso forestale che si trova il rilievo più alto dell’intero territorio di Anela, “Punta Masiennera”, (Masiedda??) che raggiunge i 1156 metri sul livello del mare.

Da questo vasto altopiano, le montagne vanno piano piano a digradare verso la regione meridionale, a partire da dove è stato costruito il centro abitato verso sud, luogo dove si trovano anche distese più pianeggianti, che raggiungono i punti altimetrici più bassi, intorno ai 240 metri sul livello del mare, nel confine meridionale segnato dal fiume Tirso che divide Anela dai paesi di Bultei e Bono.

Il lungo confine che va da nord-est verso sud-est è con il territorio di Bultei, mentre il confine da nord-ovest a sud-ovest è con Bono.

IL PAESE

Il paese di Anela si sviluppa in senso longitudinale da nord verso sud ed è attraversato interamente dalla strada statale 128 bis che lo collega al paese di Bultei a nord e al paese di Bono a sud.

Il centro storico si trova nella parte nordorientale nei pressi dell’odierna chiesa parrocchiale di San Cosma e Damiano, ed è caratterizzato da vie strette e lastricate con diversi murales che abbelliscono non solo questa parte del paese ma anche numerose altre vie e ritraggono scene di vita quotidiana, scene di festa con persone in abito tradizionale locale, e scene di vita lavorativa nei campi e nel paese.

Poco distante dalla chiesa, al centro di una piazzetta, si trova una torre campanaria isolata appartenente un tempo alla vecchia chiesa, e a breve distanza una fontana in granito, opere entrambe risalenti alla fine del XIX secolo.

Nei pressi del municipio si trova il museo di Anela, dove sono esposte opere che testimoniano il passato fiorente del paese.

LE ORIGINI E LA STORIA

Le testimonianze più antiche di insediamenti umani nel territorio di Anela risalgono al neolitico finale, intorno a 3000 a.C., e sono le necropoli di “Sos Furrighesos”. Un importante complesso funerario costituito da 18 domus de Janas di cui alcune conservate ancora in ottimo stato che si trovano nella parte nord del territorio.

Della successiva epoca nuragica sono arrivati fino a noi circa 18 nuraghi di cui alcuni semplici monotorre, e alcuni complessi, due tombe dei giganti in località “Sa Pruna” e “Sos Furrighesos”, e una fonte sacra in località “Arvaras”.

Il territorio fu frequentato sicuramente anche nella successiva epoca punica e in quella romana, questi ultimi sfruttarono le acque termali in territorio di comuni poco distanti da Anela istituendovi una stazione di posta ritenuto il nucleo originario del villaggio che divenne successivamente il paese che conosciamo oggi.

Al periodo medievale risalgono sicuramente due chiese presenti nel territorio di Anela, quella di San Giorgio di Aneletto, e quella di Santa Maria di Mesumundu entrambe risalenti alla prima metà del XII secolo.

Durante il periodo giudicale, Anela faceva parte del giudicato di Torres e fu sede della curatoria omonima. Le curatorie erano dei distretti aventi funzioni amministrative e di gestione del territorio che controllavano diversi villaggi e pertanto avevano delle funzioni rilevanti e di alto pregio.

Nuovi assetti territoriali però portarono alla decadenza della curatoria di Anela, dopo che, verso la fine degli anni 20 del XII secolo, si decise di costruire il castello di Burgos e di spostare il baricentro militare, politico e amministrativo presso quel villaggio istituendo la curatoria del Goceano.

Il giudicato di Torres terminò con la morte di Adelasia avvenuta nel 1259, e subito dopo questi territori furono oggetto di lotte tra famiglie genovesi, pisane, e il giudicato di Arborea. A prevalere furono questi ultimi ma che qualche decennio più tardi dovettero vedersela con le incursioni aragonesi che si stavano introducendo e piano piano impossessando dell’intero territorio della Sardegna.

La conquista spagnola dell’isola si completò intorno al 1420, e per i tre secoli successivi si andò avanti con i grandi feudatari, conti, baroni, e duchi che imposero le loro leggi sui poveri contadini e agricoltori locali.

Tre secoli più tardi, intorno al 1720, si arrivò al passaggio di questi territori alla famiglia dei Savoia, anche se non ci furono grosse differenze rispetto al feudalesimo fino ad allora esistente, se non per il differente approccio dei contadini, che verso la fine del XVIII secolo iniziarono a far sentire la loro voce con numerose rivolte nei confronti dei grandi signori feudatari. Tutto ciò portò all’editto delle chiudende promulgato nel 1820 e alla definitiva abolizione del feudalesimo avvenuta circa vent’anni più tardi.

ETIMOLOGIA DEL NOME

Per quanto riguarda l’origine del nome di Anela si possono rintracciare almeno due teorie, entrambe risalenti al periodo romano.

La prima riferita al nome “Anella”, cioè lo strumento circolare al quale venivano legati i cavalli, essendo questo territorio una stazione di posta quindi anche di passaggio e sosta ai tempi dei romani, che legavano le proprie bestie a degli anelli.

La seconda teoria invece fa derivare il nome dall’aggettivo “Anhelus”, che in latino significa “affannoso”, e si poteva riferire secondo alcuni alle difficoltà che bisognava superare per addentrarsi in questi territori impervi costituiti da boschi e montagne quasi impenetrabili.

ECONOMIA

L’economia di Anela un tempo era basata soprattutto su agricoltura e allevamento di bestiame, mentre oggi benché rimangano diverse coltivazioni e aziende agricole, ha visto una diversificazione degli impieghi, sebbene ancora allegati allo sfruttamento del territorio.

L’impresa più grande è la cooperativa “Sa Costera” impiegata nella lavorazione del latte e produzione di formaggi di diversi tipi è una realtà che abbraccia non solo il territorio di Anela ma la più ampia regione del Goceano con oltre 500 soci conferitori di latte provenienti da diversi paesi.

Anche la foresta ricopre un ruolo importante nell’economia, con numerosi operai che contribuiscono al mantenimento e allo sfruttamento di questi luoghi di immenso valore naturalistico e paesaggistico.

Per quanto riguarda l’ambito turistico anela offre un agriturismo e alcune strutture ricettive dove si può anche pernottare.

FESTE E SAGRE

La festa patronale di Anela è quella in onore dei santi Cosma e Damiano che ricorre il 26 settembre. I festeggiamenti si svolgono per diversi giorni e sono organizzati da un comitato di persone che curano tutti gli aspetti religiosi e civili. La sera del 25 si svolgono i vespri solenni, mentre il giorno successivo, la messa viene seguita da una processione di fedeli sia a piedi che a cavallo che accompagnano la statua del Santo lungo le vie del paese. I festeggiamenti civili prevedono delle serate musicali con eventi e manifestazioni di vario genere.

Come anche in altri centri del Goceano, anche ad Anela si celebra Sant’Antonio Abate, la sera del 16 gennaio con un grande falò e con dei momenti di convivialità tra la popolazione, con la messa in onore del Santo il giorno successivo.

L’ultima domenica di maggio si tengono invece le celebrazioni in onore di Santa Maria di Mesumundu, presso la chiesa ad essa dedicata distante circa 600 metri dal centro abitato in direzione nord. I fedeli in preghiera, partendo dalla chiesa parrocchiale, raggiungono il santuario di Santa Maria a piedi, in una processione che si svolge in orario notturno con la luce di numerose fiaccole, per celebrare una messa seguita da un momento di convivialità con un piccolo rinfresco.

Il calendario delle festività termina la prima domenica di agosto con le celebrazioni in onore di San Giorgio di Aneletto, anche queste svolte nell’omonima chiesa campestre a ovest del paese. Il santuario dista circa 2 km dal centro abitato e i più devoti lo raggiungono a piedi percorrendo stradine tortuose, mentre altri ci arrivano tranquillamente con l’auto per trascorrere una giornata di festa, con dei riti sia religiosi che civili, che culminano con un pranzo offerto dal comitato organizzatore e degli eventi musicali ad allietare la giornata.

Gli eventi che si tengono ad Anela non strettamente legati a celebrazioni religiose prevedono un forte richiamo della foresta. In vari periodi dell’anno, soprattutto in primavera, si organizzano infatti diverse escursioni, passeggiate, trekking durante le quali è possibile ammirare la bellezza del patrimonio boschivo presente su questo territorio.

GASTRONOMIA

MANCA

CHIESE E ARCHEOLOGIA

La chiesa parrocchiale di Anela è quella intitolata ai santi Cosma e Damiano e si trova nella parte nord-ovest del paese. La struttura attuale è molto recente, risale a fine anni 60 del secolo scorso e ha sostituito una precedente chiesa risalente invece al XVI-XVII secolo, di cui oggi rimane solamente il campanile che è stato restaurato e che si trova vicinissimo alla parrocchiale odierna. Questa si affaccia su una piazza dove alcune palme creano una sorta di vialetto che conduce alla chiesa, che ha una facciata a capanna in blocchi in granito a vista, suddivisa in due parti da una tettoia di cui la parte inferiore presenta solo il portone squadrato, mentre nella parte superiore si possono apprezzare cinque fessure verticali che fungono da punti luce. L’interno è composto da un unico ambiente con pianta rettangolare e con tre archi che sorreggono la copertura a botte, presenta delle decorazioni quali mosaici e affreschi e un pavimento in marmo.

A circa 600 metri a nord del centro abitato sorge la chiesa di Santa Maria di Mesumundu, chiamata anche chiesa della Madonna delle Rose. La chiesa risale alla seconda metà del XII secolo, e grazie a un documento ritrovato durante i restauri sappiamo che fu consacrata nel 1162. La struttura odierna è stata oggetto di alcune ristrutturazioni, tra cui la facciata che si presenta oggi completamente intonacata, con un portone squadrato sormontato da un architrave e una copertura a due spioventi con un campanile a vela sulla sommità. La struttura originaria, in stile gotico romanico, invece è stata costruita in blocchi di trachite che si possono ancora notare nelle pareti laterali. Entrambe le pareti laterali presentano tre aperture per l’ingresso della luce all’interno dell’edificio, e la parete destra ha anche una seconda porta di accesso. L’interno è a un’unica navata con copertura in legno a doppio spiovente e un’abside semicircolare con un grande crocifisso posto sopra una piccola finestra verticale.

L’altra chiesa campestre nel territorio di Anela e quella dedicata a San Giorgio di Aneletto che si trova a ovest del centro abitato e si può raggiungere o in auto passando per la strada che porta a foresta Anela o a piedi lungo antichi camminamenti e sentieri usati un tempo. La chiesa era risalente al XII secolo e oggi quello che rimane sono solo alcuni ruderi delle pareti e cinte murarie che danno comunque l’idea di com’era la pianta originaria. Verso la fine degli anni 80 il secolo scorso si è deciso di costruire un’altra chiesa intitolata al Santo dove svolgere i riti per le sue celebrazioni. Si tratta di una costruzione moderna in blocchi di granito a vista che però rievoca le strutture medievali dando l’idea di antiche fortificazioni, con un grande portone ad arco che si immette verso un interno composto da un unico ambiente, anche in questo caso di pietra vista, con una copertura a due spioventi, un pavimento in pietra, e un piccolo altare dove svolgere le celebrazioni.

Il territorio di Anela è ricco di beni archeologici che si trovano soprattutto nella porzione nord, molti dei quali ad altitudini superiori anche ai 600 metri. Sono stati rinvenuti circa 18 nuraghi tra cui quelli conosciuti col nome di “Siana”, “Tremmene”, “Sa Pruna”, “Siccadores”, “Urchinele”, “Nunnaru”.

I ritrovamenti più importanti anche dal punto di vista della loro conservazione sono però le domus de Janas “Sos Furrighesos”, nella località omonima. Si tratta di 18 necropoli posizionate su tre livelli soprastanti che partono dal piano di campagna fino a raggiungere i 3 metri di altezza nel livello più alto.

Un gran numero di queste necropoli presentano elementi decorativi come colonne, letti, o focolai, alcune hanno anche la raffigurazione del tetto scolpito nella pietra, altre presentano false porte, molte hanno delle colorazioni di rosso e degli elementi che raffigurano corna taurine, che sono tutti richiami alla rigenerazione della vita e del sangue e all’accompagnamento del defunto nell’aldilà.

La sepoltura numero nove è conosciuta anche come “Tomba del Re” ed è forse quella più caratteristica perché al suo ingresso ha una stele alta più di 4 metri, con un’apertura che conduce ad un ambiente interno rettangolare ricco di incisioni e decorazioni risalenti a diversi periodi storici, che testimoniano come questi ipogei siano stati utilizzati fin dal neolitico ma anche nei secoli successivi.

SUL TERRITORIO

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