CHEREMULE

Cheremule visto dall'alto

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO

Alle falde della pineta di Monte “Cuccuruddu” e a circa 2 km da Thiesi si trova il paese di Cheremule. Il Monte Cuccuruddu che sovrasta il paese a ovest è un antico vulcano spento, e negli anni è stata proprio la sua lava solidificata a permettere la costruzione dei nuraghi che si trovano numerosi nella vallata sottostante detta appunto valle dei nuraghi.

Negli anni più recenti, circa a metà del XX secolo, una parte del Monte Cuccuruddu è stato oggetto di attività di cava per ottenere la cosiddetta “Cheremulite”, una sorta di pietra lavica che per via delle sue caratteristiche è unica nel suo genere. L’altro lato del monte ospita una pineta rigogliosa con un bel percorso naturalistico e il parco della scienza. A valle, ai confini con la strada statale 131 bis, si trova il bosco di “Su Tippiri”, caratterizzato dalla presenza di querce, in particolare roverelle e lecci, e un fitto sottobosco che si estende per circa 250 ettari. Cheremule confina a est con Torralba, a sud con Giave, a nord con Thiesi e Borutta, mentre a ovest con il paese di Romana.

IL PAESE

Il centro del paese e la piazza principale sono la sede del Municipio e della chiesa di San Gabriele Arcangelo, costruita intorno al 1500 in uno stile gotico aragonese. Il centro storico è abbellito da diversi murales che raffigurano le attività quotidiane, i mestieri tradizionali, ma soprattutto i centenari del paese. Cheremule ha infatti un’altissima densità di centenari in base al numero di abitanti.

LE ORIGINI E LA STORIA

Secondo alcuni, le origini di Cheremule sarebbero da attribuire ad un gruppo di persone, perlopiù pastori e contadini, che abitavano un villaggio sottostante il paese, il cosiddetto villaggio di “Nurighe”, e che per sfuggire alle incursioni saracene decisero di spostarsi più a nord, fondando così il paese che conosciamo oggi. Non si hanno testimonianze storiche su questa teoria, mentre sappiamo che Cheremule, come pure altri paesi, apparteneva al giudicato di Torres fino al 1259, e fu addirittura possedimento privato dei Doria fino al 1272.
Del villaggio di “Nurighe” rimangono solamente alcune sorgenti e i resti di alcune chiese, ma quello che più ha destato interesse riguardo la storia è stato il ritrovamento, all’interno di una grotta, delle ossa di un cervide, un canide, e di diversi uccelli del periodo paleolitico, e soprattutto il ritrovamento di una falange della mano destra, che secondo gli studiosi apparteneva a un ominide che è vissuto 250.000 anni fa. È il cosiddetto uomo di “NUR”, e questo ritrovamento cambia la storia sulle origini dei primi abitanti in Sardegna conosciuta fino a poco tempo fa, e sposta la datazione dalla presenza umana sul territorio addirittura all’uomo di Neanderthal.

I documenti storici dicono che Cheremule divenne una “villa” del regno di Sardegna nel 1323 per passare poi al giudicato di Arborea nel 1383. Come pure altre ville del circondario, Cheremule venne acquisita da Giovanni e Andrea Manca di Sassari, i cui eredi la avevano in possesso fino al 1839, anno in cui venne abolito il feudalesimo.

Nell’anno 1795 Cheremule firmò un’alleanza con Thiesi e Bessude contro le vessazioni dei governi feudali che possedevano le ville e che pretendevano ogni anno tributi sempre più alti. Questo malcontento sfociò in un assedio da parte di truppe inviate da Sassari da Don Antonio Manca che avevano colpito la villa di Thiesi ma trovarono difesa grazie anche all’aiuto di valorosi abitanti di Cheremule e Bessude.

ETIMOLOGIA DEL NOME

La nascita del nome di Cheremule ha due teorie. Una è relativa al ritrovamento a Cheremule di diversi mulini a mano, che vanno poi a formare una parola intera composta da che “Kejros” (mano) e “mulé” (mulino). Una seconda teoria, da ricondursi alle caratteristiche del territorio, ha una sua origine fenicia nella parola “Cherem-el”, che significa “vigna di Dio”, visto come luogo ideale alla cultura della vite. Nel medioevo poi è stato chiamato anche in modi diversi ma la prima attestazione del nome attuale la ritroviamo intorno al 1340.

ECONOMIA

L’economia del paese è basata sull’allevamento di ovini e sull’agricoltura, soprattutto della vite e degli olivi, che grazie alla morfologia e alla composizione del terreno fanno sì che si possano produrre degli ottimi prodotti.

FESTE E SAGRE

Il patrono di Cheremule è San Gabriele Arcangelo celebrato il 29 settembre. Sono anche altre le feste dedicate ai santi tra cui la più partecipata è quella di Sant’Antonio da Padova il 13 giugno, con la processione della statua del Santo per le vie del paese, accompagnato dai giovani che tengono alta la tradizione indossando il costume sardo, e dai fucilieri a piedi e a cavallo che sparano per le vie del paese per onorare il Santo.

L’anno si chiude con la festa in onore di Sant’Andrea il 30 novembre, celebrato per festeggiare tutti i contadini.

Due manifestazioni molto interessanti che hanno luogo a giugno e a luglio sono la tosatura (“su tusolzu”) delle pecore sia con metodi antichi che più moderni, e l’aia del grano (“s’alzola”) che si faceva in antichità con i buoi e che è stata sostituita ai giorni d’oggi dalle mietitrebbie.

GASTRONOMIA

La gastronomia di Cheremule si rifà agli allevamenti e all’agricoltura del territorio. Dal grano si hanno infatti i ravioli gli gnocchetti, ma come primo si apprezza anche la zuppa, preparata con spianate finocchietti e pecorino.

CHIESE E ARCHEOLOGIA

La chiesa principale di Cheremule è quella di San Gabriele Arcangelo costruita a inizio del Cinquecento in stile gotico aragonese. All’esterno presenta un rosone con un vetro in cui viene raffigurata l’Annunciazione, mentre all’interno c’è una navata centrale costruita a botte con quattro cappelle laterali. Una seconda chiesa meno importante di questa è la chiesa di Santa Croce.

L’archeologia di Cheremule trova la sua massima espressione fuori dal centro abitato, a circa 2 km da esso. Il “parco dei petroglifi”, le domus de Janas, i nuraghi e le necropoli sono tutti testimonianze di presenza umana sul territorio in periodo preistorico. La necropoli di “Tennero” è composta da nove ipogei ed è forse quella più conosciuta sia per la presenza della “Tomba Branca” sia per le incisioni ritrovate sulla roccia che stanno a rappresentare figure che hanno delle sembianze più o meno umane, stilizzate, con un cerchio a indicare la testa e delle linee a indicare le parti del corpo, i cosiddetti petroglifi, la cui datazione risale al III millennio a.C. Le necropoli di “Museddu” sono costituite da 18 domus de Janas, a cui si aggiunge la “Tomba della Cava”, che prende il nome appunto dall’attività di cava svolta nei pressi di questa tomba in età romana. Sono infine presenti le necropoli di “Mattarigotza”, con la più conosciuta “Tomba di Sa Colondra”.

Anche i nuraghi sono presenti in tutto il territorio di Cheremule. Degno di nota è nuraghe “Maiore”, restaurato recentemente e pertanto in ottimo stato di conservazione, si trova in una sorta di distaccamento del territorio di Cheremule inserito all’interno del territorio di Thiesi. Nell’area archeologica di Cheremule sono presenti numerose sorgenti e fontane da cui sgorga acqua durante tutti i periodi dell’anno.

Il monte Cuccuruddu, già menzionato in precedenza, fa parte, insieme al “Monte Oes” a Torralba, al “Monte Lisiri” a Ittireddu e al “Monte Cujaru” a Bonorva, del gruppo dei piccoli edifici vulcanici a cono nel territorio del Logudoro.

SUL TERRITORIO

Nuraghe Marturiu

Nuraghe Majore

Nuraghe Cunzadu

Nuraghe Mattarigodza

Nuraghe Sunsa

Nuraghe Sa Domo

Nuraghe Coronedda

Nuraghe Baldicciu

Nuraghe Roccamanna

Tomba Branca

Necropoli Museddu

 

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