MONTELEONE ROCCA DORIA

Panoramica del paese di Monteleone Rocca Doria

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO

Situato nella Sardegna nordoccidentale, nella regione geografica chiamata “Nurcara”, a circa 40 km da Sassari e 35 da Alghero, si trova il piccolo borgo di Monteleone Rocca Doria.

Il centro abitato è stato costruito sulla cima del rilievo più alto di tutto il territorio, che sebbene non abbia un’elevazione particolarmente consistente, circa 420 metri sul livello del mare, offriva un punto panoramico e una posizione dominante sulle vallate sottostanti, e non a caso denominato proprio “Su Monte”. Questo rilievo si trova quasi al centro di un territorio di forma longilinea situato in posizione trasversale da nord-ovest verso sud-est e con confini frastagliati, particolarmente quello occidentale e settentrionale con il territorio di Villanova Monteleone. In alcuni tratti questo confine è segnato da alcuni lembi del lago Temo.

Ed è proprio nei pressi di uno dei tratti lacuali che si trovano i resti di una chiesa, Nostra Signora di Curos, che secondo la leggenda fu contesa tra i due paesi in una sorta di gara in cui chi, partendo dalla propria chiesa parrocchiale, sarebbe arrivato per primo a Curos l’avrebbe inglobata nel proprio territorio, e furono proprio gli abitanti di Villanova Monteleone, forse con maggiore furbizia o non rispettando appieno le regole del patto si assegnarono il santuario.

Il lago ricopre una vasta porzione del territorio di Monteleone Rocca Doria e si estende addirittura fino a toccare il confine orientale che si ha interamente col territorio di Romana, con cui una parte del confine è segnata proprio dal fiume Temo, che va ad alimentare il grande bacino. L’ultimo paese con cui confina Monteleone Rocca Doria è Padria, con cui spartisce l’intero confine meridionale.

Sebbene non di grandi dimensioni, il territorio di Monteleone Rocca Doria ha una grande varietà naturalistica e ambientale. Rilievi non molto alti caratterizzati da boschi di latifoglie e arbusti, principalmente appartenenti a specie che formano la macchia mediterranea, come ad esempio querce e olivastri, si alternano a terreni pianeggianti adatti principalmente al pascolo, e ad ambienti lacustri che formano un microclima unico ospitando sia specie di flora, come salici, pioppi, olmi, sia specie di fauna, come le anatidi, ma anche volatili più comuni e quelli più rari e protetti, ad esempio i rapaci e l’avvoltoio grifone, che in questi ambienti nidifica molto volentieri.

IL PAESE

Il centro abitato si trova circa 2 km dalla S.S. 292, la strada che conduce ad Alghero verso nord e arriva fino a Oristano in direzione sud. Già dal bivio che si innesta su questa strada e che porta al paese, ci si rende conto dell’altitudine su cui è stato costruito il centro abitato, infatti in soli 2 km di strada, ovviamente costruita a tornanti, si ha un’escursione di ben 150 metri di elevazione.

Raggiunta la sommità ci si ritrova in un borgo quasi fiabesco, tutti gli angoli sono perfettamente curati, case in pietra vista si alternano a costruzioni più moderne, i fiori abbelliscono ogni parte del paese, e le strade lastricate riportano indietro nel tempo. Nella parte est ci sono le rovine di quello che era un tempo il castello della famiglia dei Doria. Costruito nella seconda metà del XIII secolo, era in origine la fortezza che la famiglia genovese utilizzava come punto di avvistamento e difesa del villaggio dalle incursioni esterne. Quello che rimane oggi sono parti delle cinte murarie, le rovine di due ambienti collegati fra loro con una porta ad arco, i resti dei basamenti di alcune torri, e alcune cisterne che dovevano servire per raccogliere le acque piovane.

Dal castello percorrendo la strada verso ovest si arriva al “belvedere della Cava”, un punto panoramico da cui si può ammirare una porzione del lago e i boschi. Ma ci si può meravigliare ancora di più percorrendo la strada panoramica che ad anello abbraccia l’intero monte, fermandosi in vari punti, tra cui il “belvedere della Roccia della Regina”, per apprezzare l’ampiezza del territorio nella sua interezza e le vallate sottostanti, e capire il perché il rilievo di “Su Monte” sia stato scelto per dominare l’intera zona.

A nord del centro abitato vi è la chiesa di Sant’Antonio, non molto distante si trova l’ufficio informazioni turistiche, e da lì si diparte una delle vie ferrate molto apprezzate dagli amanti delle arrampicate su roccia. Anche la letteratura trova spazio in questo affascinante borgo, grazie al parco letterario intitolato a Grazia Deledda, famosa scrittrice sarda che ha raccontato la natura di questi luoghi legati a tradizioni e rituali di tempi andati e che riportano alla mente di coloro che li visitano ricordi molto suggestivi.

Un’altra tradizione importante del paese tramandata nel tempo ha trovato la sua espressione nel Museo del Pane, luogo in cui si racconta la coltivazione del grano dalle origini a oggi e si mostrano esempi di panificazione con strumenti e tecniche passate e recenti. Infine, a Monteleone Rocca Doria sono presenti anche diversi impianti sportivi, un punto ristoro e anche alcuni servizi come ad esempio le poste.

LE ORIGINI E LA STORIA

Come pure negli altri territori limitrofi, anche a Monteleone Rocca Doria si sono avuti dei ritrovamenti archeologici che hanno permesso di datare le prime presenze di insediamenti umani al Neolitico Recente, intorno al 3500 a.C. Si tratta delle domus de Janas di “Monte Airadu” e quelle di “Pala Soliena”, e del menhir ritrovato in località “Reinamare”.

Più numerosi sono invece i siti nuragici, alcuni anche con i resti dei villaggi, come ad esempio quello che si trova in località “Tudera – Sa tanca ’e sa Mura”, nei pressi del lago Temo. Questo sito è importante perché, grazie ai ritrovamenti che sono stati effettuati, soprattutto manufatti in ceramica, si può affermare che l’area sia stata abitata sia dai nuragici, ma anche in epoche successive dai punici e dai romani. In epoca medievale il territorio apparteneva al giudicato di Torres, sotto la curatoria di Nurcar. Non si hanno però tracce di nuclei abitativi veri e propri durante l’epoca giudicale, che terminò nel 1259 con la morte di Adelasia di Torres, ultima giudicessa che non lasciò eredi.

Invece è proprio durante il periodo storico successivo, con la presenza nel territorio della famiglia genovese dei Doria, che Monteleone inizia a prendere forma per volere di Brancaleone I, che vi costruisce prima il castello, per esercitare sia il ruolo di fortezza difensiva ma anche come simbolo di potere sul territorio, e poco dopo il villaggio. La posizione dominante del villaggio permette alla famiglia Doria di controllare il suo territorio ma anche di andare alla conquista di luoghi vicini, e per circa due secoli Monteleone rimane al sicuro da incursioni esterne.

Ma fu proprio a causa dell’avidità dei Doria, sempre alla ricerca di nuovi territori da conquistare, che Monteleone subì una forte ribellione da parte delle popolazioni aragonesi dei territori circostanti, che attaccarono il villaggio intorno al 1433 in una battaglia che durò circa tre anni fino alla sua completa distruzione terminata nel 1436, con i superstiti che abbandonarono il villaggio e si rifugiarono nel vicino villaggio di Villanova, che proprio da quel momento aggiunse Monteleone al suo nome come lo conosciamo oggi.

L’astio nei confronti di Monteleone Rocca Doria era tale che per un secolo esatto vi fu il divieto assoluto di rifondazione del villaggio devastato, e coloro che provavano a costruire o recuperare abitazioni rischiavano addirittura la pena di morte. I periodi seguenti sono quelli della dominazione spagnola diffusa ormai in tutta l’isola, che terminerà poi con l’arrivo della famiglia Savoia, negli anni 20 del XVIII secolo che conservò comunque il regime feudale fino alle rivolte di fine 1700 e inizio 1800 culminate con l’abolizione del feudalesimo e l’inizio del periodo delle chiudende che sanciva il diritto alla proprietà privata.

ETIMOLOGIA DEL NOME

Il nome originario con cui era conosciuto il villaggio, e di cui si ha una prima attestazione intorno alla metà del XIV secolo, era Monteleone, formato da due parti, “Monte” e “leone”, in riferimento alla montagna di Brancaleone Doria, colui che fece costruire la fortezza sul monte.

Solo dopo circa 500 anni, nel 1862, si attesta il nome come lo conosciamo oggi, con l’aggiunta della seconda parte “Rocca Doria”, anche questa in evidente riferimento alla famiglia genovese che permise la nascita del borgo.

ECONOMIA

L’economia del paese è da sempre stata legata al territorio, con due attività principali che sono l’agricoltura e l’allevamento. Fino a pochi decenni fa, il territorio ha permesso anche l’attività di estrazione di blocchi calcarei, utilizzati come materiale di costruzione, dalle diverse cave di pietra ancora oggi visibili.

In tempi più recenti, accanto alle attività economiche più tradizionali, a Monteleone Rocca Doria si sta cercando di sfruttare le bellezze naturali e la morfologia del territorio per creare un’economia basata sul turismo e sullo sport. Le vecchie cave di pietra sono oggi diventate pareti dove si pratica l’arrampicata su roccia. Percorsi e sentieri naturalistici permettono di praticare trekking ed escursioni in mountain-bike con vari livelli di difficoltà.

Il lago offre diversi spunti per gli sport acquatici, dal Kayak alla canoa, per finire con la pesca sportiva.Sono diversi gli eventi e le manifestazioni che attirano numerosi visitatori magari solo curiosi di trascorrere una giornata al lago, oppure pescatori professionisti che si sfidano in gare di pesca, il tutto all’insegna di un turismo lento e sostenibile che predilige il contatto con la natura. Con l’intenzione di rivolgersi a un numero sempre crescente di turisti e visitatori, a Monteleone Rocca Doria sono presenti diverse strutture ricettive che permettono sia la ristorazione che il pernottamento.

FESTE E SAGRE

Il Santo patrono di Monteleone Rocca Doria è Santo Stefano e viene celebrato il 3 agosto. Si organizzano festeggiamenti religiosi e civili, con la messa e la processione in onore del Santo, e serate di musica ed eventi culturali.

L’altra importante ricorrenza religiosa avviene in occasione dei festeggiamenti per Sant’Antonio Abate il 16 e il 17 gennaio. La sera del 16 si accende un grande falò e si approfitta delle braci per arrostire pietanze e carne da offrire alla popolazione, mentre il giorno 17 ci sono soprattutto celebrazioni religiose, con la messa e la processione del Santo per le vie del paese.

Da diversi anni, nel mese di ottobre, si svolge la manifestazione intitolata “l’Acqua e la Roccia”, che offre un ricco programma di eventi, escursioni, manifestazioni, laboratori, seminari che promuovono il territorio e attirano ogni anno numerosi visitatori.

GASTRONOMIA

La cucina tipica locale ha il suo punto di forza nella panificazione, e alcuni prodotti derivanti dal grano sono delle vere e proprie opere d’arte. Un esempio si chiama “Zicchi ladu in Iscadda”, ed è un pane di diverse forme decorato in maniera minuziosa e con diverse tecniche di preparazione, utilizzato soprattutto per le occasioni cerimoniali.

Per quanto riguarda il pane da consumare quotidianamente, si annoverano diverse produzioni, alcune legate a particolari periodi dell’anno, mentre altre preparate per durare più giorni conservando la stessa freschezza ed erano adatte, soprattutto in tempi più antichi, per i pastori che per lavoro passavano diversi giorni lontani da casa prima di fare rientro al paese.

CHIESE E ARCHEOLOGIA

Lungo la via principale del paese si trova la chiesa parrocchiale di Santo Stefano. Fu edificata intorno alla metà del XIII secolo in stile tardo romanico, e la sua struttura odierna è costituita da due impianti che risalgono a epoche differenti. Il primo impianto del XIII secolo è quello più a nord, mentre quello a ridosso della strada è il secondo impianto, in stile gotico, costruito successivamente al 1536, cioè dopo che fu consentito riedificare il borgo a seguito della distruzione avvenuta un secolo prima. L’aggiunta del nuovo impianto è stata possibile demolendo la parete della prima chiesetta, e sostituendola da archi per poter mettere in comunicazione le due strutture ricavate. Esternamente la chiesa ha una facciata in blocchi di pietra a vista e si presenta come una parete rettangolare delimitata da due pilastri alle estremità e uno centrale che suddivide la larghezza della struttura in due parti. Nella parte sinistra c’è il portale quadrato, mentre nella parte destra una piccola finestra quadrata. La facciata è abbellita con una decorazione a timpano in entrambe le parti. All’interno si trovano due navate voltate a botte e sorrette da archi, la navata a sinistra è più bassa e larga, mentre quella a destra è più alta ma più stretta. Entrambe le navate terminano con un’abside e ognuna di esse ospita un altare.

Nella parte nord del paese sorge la chiesa di Sant’Antonio Abate, anch’essa risalente a metà del XIII secolo. Dopo una recente ristrutturazione, la facciata si presenta oggi intonacata, e con quelli che dovevano essere gli originari blocchi in pietra che delimitano le estremità laterali e incorniciano il portone ad arco. La copertura a due spioventi ha al centro il campanile a vela. Sopra il portone c’è un grande rosone con una cornice molto larga e decorata. All’interno, l’unica navata conduce a un’abside che ospita un altare con la statua del Santo.

I ritrovamenti archeologici nel territorio di Monteleone Rocca Doria annoverano diversi nuraghi, alcuni in condizioni modeste di conservazione, altri con i resti dei villaggi che circondavano la torre. Un sito interessante è quello in località “Tudera – Sa tanca ’e sa Mura”. Siamo nei pressi di quello che è l’odierno lago Temo, e per via dello sbarramento delle sue acque questo sito risulta sommerso quasi perennemente tranne che nei periodi in cui il livello dell’acqua si abbassa. E quando succede, il lago svela un antico villaggio che comprendeva due chiese risalenti al XIV e XV secolo, i ruderi di un nuraghe, i basamenti di strutture rettangolari che dovevano essere edifici adibiti ad abitazioni o magazzini, nonché resti di manufatti soprattutto ceramici e schegge di pietre lavorate.

SUL TERRITORIO

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