NULE

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO
Situato nella parte centro-settentrionale della Sardegna, nella regione conosciuta come Goceano, Nule è considerato un comune prevalentemente di montagna, con numerosi rilievi che superano i 600 metri di altitudine.
Il paesaggio è molto variegato, con montagne che si alternano a vallate, molte delle quali solcate da corsi d’acqua anche importanti, come il fiume Tirso, che attraversa il territorio nella parte nordoccidentale. I fiumi sono diffusi in tutto il territorio di Nule, così come le sorgenti, e molte delle quali apprezzate per le qualità benefiche delle loro acque.
Le specie di flora, diffuse soprattutto nei boschi, sono tipiche della macchia mediterranea, e vanno dagli alberi ad alto fusto, tra cui le diverse varietà di quercia e olivastri, agli arbusti, tra cui cisto e mirto. I boschi fitti sono dimora di specie di fauna selvatica, cinghiali e volpi su tutte, ma anche volatili e altri generi di animali.
Il territorio di Nule ha una forma irregolare con un lungo tratto a occidente che taglia in linea retta il confine con Benetutti. Con lo stesso paese, Nule confina anche per una parte a sud, e spartisce l’altra parte del confine meridionale con Orune, in provincia di Nuoro. Un lungo fiume, che prende nomi diversi a seconda della località che attraversa, segna l’intero limite meridionale con i due paesi.
Il confine orientale si ha col territorio di Bitti, e in un certo tratto si affaccia il rilievo di “Su Monte Accaddadu” una delle punte più alte e caratteristiche del territorio di Nule. Il confine settentrionale è per la maggior parte con Osidda, e un corso d’acqua ne segna una buona parte. Infine, la parte nordoccidentale del territorio confina con Pattada.
IL PAESE
Il paese si è sviluppato negli anni intorno alla sinuosa strada principale, che è anche strada provinciale e collega Benetutti da una parte e Bitti dall’altra. Il centro storico è infatti caratterizzato da stradine strette e talvolta lastricate con diversi slarghi e piazzette che intersecano le viuzze.
Lo sviluppo del centro abitato verso nord-est, sempre con il punto di riferimento della strada provinciale, vede una rete viaria più larga e delle costruzioni più regolari. È proprio lungo la via principale che si trovano molte attività artigianali, economiche, sociali, di aggregazione.
Uno dei luoghi più visitati a Nule è il Colle di San Paolo, sia per la sua altitudine, da cui si può dominare buona parte del Goceano, e sia per i resti della chiesa dello stesso Santo, e come luogo dove sono stati ritrovati altri reperti archeologici, come un grande monolite ora trasportato altrove, e la presenza del vecchio cimitero. Questo luogo, nella parte nord-ovest del paese, è oggi un parco attrezzato per momenti di relax e refrigerio soprattutto durante le giornate estive, e dal suo belvedere si può ammirare uno sconfinato panorama.
LE ORIGINI E LA STORIA
Un ritrovamento importante colloca la datazione delle prime presenze umane nel territorio di Nule addirittura al paleolitico. Si tratta di un’amigdala di selce rinvenuta in una grotta poco a nord dell’odierno centro abitato in località “Sae Corpula”, dove il substrato roccioso è interamente granitico, e questo tipo di pietra non è assolutamente locale. Si presume quindi che possa essere arrivato in questo territorio con i nomadi preistorici, utilizzatori di questa sorta di utensili, che oltre 100 mila anni fa si spostavano per l’intera Sardegna in cerca di cibo e riparo.
Tracce di presenza umana si hanno anche nel Neolitico, sia con resti di pietre e utensili, sempre in selce, o in ossidiana, ma anche con i primi monumenti costruiti dagli uomini, quindi dolmen e menhir, rinvenuti ad esempio in località “Istelai” e “Santu Lesei”. Resti di ceramiche fanno ipotizzare un insediamento costante nei territori di Nule anche in epoche successive, ma è l’età del bronzo che ha tramandato la maggior parte dei ritrovamenti archeologici, sia con oggetti e sia con le tombe dei giganti e con le famose costruzioni a torre, di cui forse il nuraghe Voes è l’esempio più rappresentativo, non solo di Nule.
La successiva epoca fenicio-punica ha lasciato ritrovamenti più che altro ceramici, resti di vasi e recipienti, e anche in questo caso il villaggio presso il nuraghe Voes è stato il luogo più ricco di testimonianze. Dal periodo della dominazione romana sono arrivati fino a noi monete, frammenti di ceramiche, oggetti in rame, e resti di strade.
Il medioevo vede Nule far parte del giudicato di Torres e per un certo periodo era sotto la curatoria di Anela, per passare in seguito a quella del Monte Acuto dopo diverse lotte e conquiste del territorio. Dopo la caduta del Giudicato di Torres nel 1259, come pure altri territori limitrofi, anche quello di Nule passò prima nelle mani della famiglia dei Doria, e poi divenne possedimento del giudicato di Arborea. Durante la metà del XIV secolo, anche Nule entra a far parte della conquista aragonese, che vedrà questo popolo dominare l’intera isola per circa quattro secoli, fino all’arrivo dei reali di Savoia nei primi decenni del 1700.
ETIMOLOGIA DEL NOME
L’origine del nome di Nule non è chiarissima, si può parlare solo di teorie ma non di certezze. Una di queste teorie afferma che il nome deriva dalla parola fenicia “Nahal” che significa “possedimento”, sebbene non si sappia a quali possedimenti ci si stesse riferendo.
Per quanto riguarda il nome “Nuel” ritrovato in alcune carte si può ipotizzare un errore di scrittura o trascrizione, visto che anche questo toponimo non porta a delle spiegazioni significative. Rimane il dubbio se fosse proprio Nuel il nome originario, e che la modifica in Nule sia stata successiva ad esso, per evitare di avere il nome di un paese che terminasse con una consonante.
ECONOMIA
L’economia di Nule è basata principalmente sull’allevamento del bestiame, sia ovino che bovino, per produzione di latte e trasformazione in formaggi tra cui perette e provole, oltre al più comune pecorino, e sull’agricoltura, con lo sfruttamento dei territori pianeggianti da cui si ricavano grano per produzione di farine da trasformare in pane e dolci, ma anche terreni destinati alle produzioni viticole e olivicole.
Per quanto riguarda l’artigianato, Nule è famosa in tutta la Sardegna soprattutto per le sue produzioni tessili, con esempi di tappeti e arazzi esportati in tutto il mondo. Alcune botteghe artigiane producono pezzi unici che non sono solo tappeti, ma vere e proprie opere d’arte, tramandando la tradizione, e proiettando queste lavorazioni nel futuro grazie all’utilizzo di nuove tecniche e tessuti.
FESTE E SAGRE
La festa patronale a Nule si tiene l’8 settembre e celebra la Natività di Maria Vergine. I festeggiamenti durano diversi giorni e culminano con la messa e la processione di fedeli a piedi e a cavallo che accompagnano la statua della Madonna lungo le vie del paese. Anche i festeggiamenti civili sono molto sentiti, e comprendono eventi sportivi e culturali, serate di musica e balli.
Il 16 e 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate. La sera del 16 si accende un grande falò nella piazza principale, mentre il giorno successivo si svolgono i festeggiamenti religiosi con la messa in onore del Santo.
Il 13 giugno si celebra invece Sant’Antonio da Padova. La tradizione vuole che le due settimane precedenti alla festa i volontari si dedichino alla preparazione dei prodotti da offrire alla popolazione il giorno della festa, soprattutto pane e formaggio filante, detto “casu furriadu”. I festeggiamenti religiosi prevedono la messa e la processione a piedi e a cavallo, invece per i festeggiamenti civili diverse serate musicali e folkloristiche.
Il 29 giugno è la volta dei festeggiamenti per San Pietro e Paolo che prevedono principalmente festeggiamenti religiosi.
Il 15 agosto ricorrono le celebrazioni per la Beata Vergine dell’Assunta con dei festeggiamenti religiosi e civili che comprendono eventi musicali, mentre la terza domenica di ottobre è la volta dei festeggiamenti per la Beata Vergine del Rimedio che chiude il calendario delle feste a Nule.
I primi di agosto Nule si anima con la sagra “Nule, idda ’e manos bonas” (paese di mani buone), un evento della durata di diversi giorni dedicato all’arte del saper fare manualmente. Gli artigiani del paese danno mostra delle loro abilità esponendo i loro lavori che vanno dai celebri tappeti, alle borse e ai quadri in tessuto, insieme alle produzioni enogastronomiche, con esposizioni e vendita dei prodotti tipici locali.
GASTRONOMIA
I prodotti tipici di Nule sono legati alla trasformazione delle farine di grano, di cui un tempo era ricco il territorio. La produzione di pane va dalle spianate al pane carasau sia tradizionale che con i condimenti oggi conosciuti come “guttiau”. La caratteristica di questo prodotto è la sua lunga conservazione, conservando la sua freschezza quando i pastori per lavoro trascorrevano diversi giorni lontani da casa.
In occasioni di festa a Nule vengono prodotti anche dei pani cerimoniali finemente decorati da abili mani, conosciuti come “pane ’e iscadda”. L’impiego delle farine è consistente nella produzione di pasta e ravioli, ma anche nella produzione dolciaria, “seadas”, “casadinas”, “tiliccas” sono solo alcuni esempi. Il dolce più rappresentativo del paese è il “papassino nero”, che assume il colore scuro per via dei diversi ingredienti usati nell’impasto e che dopo la cottura viene ricoperto da una glassa di zucchero.
CHIESE E ARCHEOLOGIA
La chiesa parrocchiale di Nule è intitolata a Santa Maria Bambina. Si trova nella parte ovest del paese, e secondo due incisioni su pietra trovate all’interno, la chiesa dovrebbe risalire ai primi anni del XVII secolo, anche se alcune decorazioni e stili utilizzati all’interno porterebbero a pensare che la struttura sia di un’epoca ancora precedente. La facciata ha la forma a capanna ed è in blocchi di granito a vista, il portone è incorniciato da un arco di pietra più scura per risaltare il contrasto, e anche l’oculo superiore presenta questo dettaglio. A fianco della facciata c’è un campanile anch’esso in blocchi di granito e di forma quadrata con sulla sommità una sorta di lanterna con otto lati. Questa chiesa ha la particolarità di avere anche un altro campanile, pressoché unico in Sardegna, di forma cilindrica, che presenta sulla sommità tre campaniletti a vela disposti a triangolo intorno a una cuspide. L’interno consiste in un’unica navata suddivisa da archi in cinque campate, con quattro cappelle in ogni lato che ospitano dei piccoli altari dedicati a diversi santi.
Collegata alla parrocchiale è la chiesa di Santa Croce, che secondo le ricerche sarebbe la chiesa più antica del paese, risalente al XVI secolo. L’ingresso avviene oggi tramite un portone su una parete laterale, mentre l’entrata principale insieme alla facciata è stata demolita per far posto ad altre strutture. L’interno ha una disposizione su più piani e presenta un’unica navata suddivisa in tre campate e con copertura in legno.
Sempre nella parte ovest del paese, ma in posizione più a sud rispetto a questi due edifici sorge la chiesa della Beata Vergine del Rimedio, costruita intorno alla metà del XVII secolo. L’edificio si presenta esternamente pitturato di bianco con uno zoccolo grigio, la facciata a capanna ha un portone squadrato abbellito da un arco soprastante, mentre un timpano caratterizza l’intera parte superiore che presenta sulla sommità un campanile a vela. Nelle pareti laterali si possono notare dei contrafforti, e un ingresso secondario nella parte sinistra. L’interno ha un’unica navata e non sono presenti cappelle laterali.
A nord dalla chiesa parrocchiale, a breve distanza da essa si trova la chiesa di San Giovanni. L’edificio odierno è stato costruito in tempi abbastanza recenti a seguito del crollo di una chiesa precedente intitolata allo stesso Santo. Ha una facciata decorata con due semicolonne all’estremità laterali che si collegano a un grande timpano superiore al di sopra del quale vi è un campanile a vela. Il portone squadrato è abbellito da un arco superiore e si apre verso all’interno costituito da un’unica navata.
Al centro del paese, poco più a nord della via principale, è situata la chiesa della Beata Vergine dell’Assunta. Risale al XVI secolo e in passato è stata la chiesa parrocchiale di Nule. L’edificio ha una pianta rettangolare, esternamente è pitturata completamente di bianco e l’ampia facciata presenta un portone architravato con una finestra rettangolare sopra di esso e con un grande campanile a vela soprastante. C’è anche un secondo ingresso laterale e delle piccole finestre quadrate consentono l’ingresso della luce all’interno. Tramite alcuni scalini si accede verso l’interno che è suddiviso in tre navate suddivise da arcate. L’intera copertura è in legno come pure l’altare.
L’ultima chiesa presente nel centro abitato di Nule è quella di San Pietro, costruita nel XVII secolo nei pressi di una precedente chiesa crollata e intitolata a San Nicola. Ha una semplice facciata a due spioventi con un campanile a vela sulla sommità è un portone ad arco che conduce verso l’interno costituito da una singola navata.
Il territorio di Nule è ricco di emergenze archeologiche risalenti soprattutto al periodo nuragico, e il monumento più rappresentativo è da molti considerato il nuraghe Voes. Si trova a circa 6 km a est del centro abitato nei pressi della strada provinciale che porta a Bitti, ed è un nuraghe complesso formato una torre centrale e da tre torri laterali unite da un bastione. La torre centrale doveva essere sviluppata in origine su tre livelli, ma allo stato attuale ne sono rimasti due. I corridoi permettono il passaggio da una torre all’altra, e una scala elicoidale conduce al piano superiore. All’interno sono presenti diverse aperure, feritoie e nicchie, mentre all’esterno si possono notare resti di capanne, che fanno ipotizzare l’esistenza di un villaggio o un insediamento umano.
Poco distante da questo nuraghe vi è anche un altro importante sito archeologico che comprende un nuraghe, una sorgente, un menhir e un probabile villaggio, nel complesso denominato “Istelai”, nome derivante probabilmente dalla stele ritrovata sul luogo.
Un altro sito archeologico molto importante nel territorio di Nule è quello di Santu Lesei, che sebbene non sia stato scavato e approfondito adeguatamente, dimostra la presenza di resti di un nuraghe, un dolmen, una cinta muraria e i resti di una tomba dei giganti. Nel complesso sono stati ritrovati frammenti ceramici risalenti a diverse epoche, ma il ritrovamento più interessante è stato senza dubbio il “Bronzetto di Nule”, una statuetta in metallo rappresentante un animale, probabilmente un cavallo, o un toro, ma con un collo lungo e la testa di un uomo. Gli intagli sembrano creare degli indumenti addosso alla statua, delle bardature di qualche genere, mentre le zampe assomigliano a dei pugni chiusi umani. La statuetta risale quasi certamente ai secoli VIII e VII a. C. e oggi si trova al Museo Archeologico di Cagliari.
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