PATTADA

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO
Visto sulla cartina, il territorio di Pattada ha una forma di rettangolo con lati piuttosto lineari che seguono più o meno i tratti dell’orografia del suolo. Per via dell’altitudine dei suoi rilievi domina la regione del Monte Acuto in cui è situato. Viene considerato un territorio prevalentemente montuoso per via della sua elevazione media intorno agli 800 metri sul livello del mare, ma si possono notare differenze altimetriche sostanziali con un’altitudine minima intorno ai 230 metri nei pressi del fiume che si riversa nel lago del “Coghinas” nella parte nord-occidentale del territorio, fino ai quasi 1100 metri del rilievo più alto di tutto il territorio, il monte “Lerno”, situato invece nel lato est e facente parte della cosiddetta catena dei “Monti di Alà”, sebbene Pattada a est non confini direttamente con Alà dei Sardi, ma bensì con Buddusò.
I confini a sud-est sono con i territori di Osidda e Nule, mentre la porzione sud confina quasi interamente con Bultei e per un breve tratto con Benetutti. La regione di “Chercos Longos” e l’omonimo fiume fanno da confine naturale col territorio di Nughedu San Nicolò nella parte su ovest, mentre il confine occidentale è con Ozieri.
Infine, Pattada confina a nord con Oschiri, e per un certo tratto il confine naturale è il “Riu Mannu”, che attraversa un’ampia porzione del territorio di Pattada collegando i due grandi laghi presenti in questa regione, il Coghinas e il Lerno. Quest’ultimo è uno sbarramento artificiale che ricade interamente in territorio di Pattada, situato ai piedi dell’omonimo monte, e realizzato negli anni 70 del secolo scorso mediante uno sbarramento che ha permesso l’approvvigionamento idrico dei comuni circostanti. Nell’area intorno al lago si trovano alcuni siti archeologici importanti, il lago ospita diverse specie ittiche e si presta come luogo per l’esercizio della pesca ma anche di altri sport, come la canoa.
Proprio dal lago se si guarda verso nord si può vedere come le montagne si ergono a perdita d’occhio fino a culminare nel monte Lerno con la sua cima chiamata per ovvi motivi “Su Campanile”, all’interno di un complesso forestale gestito dagli enti regionali, dove boschi fitti di querce, lecci, sughere e roverelle, si alternano a ginepri, tassi, aceri, e numerose altre specie di macchia mediterranea che formano il sottobosco. Queste foreste incontaminate sono dimora di varie specie animali, alcune rare e protette come l’aquila reale, il cervo sardo e il muflone, altre più comuni come il cinghiale, la volpe e la lepre.
Per gli appassionanti di motori, non distante dalla vetta del Lerno, si trova il cosiddetto salto di Micky, una delle più avvincenti tappe del rally Italia Sardegna e mondiale.
IL PAESE
Il paese di Pattada si sviluppa in senso longitudinale con una via principale che attraversa tutto il centro abitato e con diverse strade parallele, intersecate da viottoli lastricati, ripidi e tortuosi, in cui l’evoluzione abitativa e strutturale ha seguito le curve di livello del rilievo su cui è stato costruito il paese. C’è una discreta escursione altimetrica con le case più a valle a circa 720 metri, in contrapposizione alle abitazioni costruite in cima che superano gli 800 metri a ridosso del colle San Gavino.
L’odierno paese si è originato da tre diversi nuclei abitativi che poi con l’espansione demografica sono arrivati a fondersi tra loro. Le costruzioni più antiche risalgono addirittura al Cinquecento, anche se i palazzi meglio conservati sono quelli nobiliari del XIX secolo costruiti prevalentemente con blocchi granitici e abbelliti con ornamenti, architravi o cornici in trachite. Le vie principali e secondarie si aprono spesso in piazzette e giardini con chiese, fontane e punti panoramici. La vocazione artigianale è molto diffusa, soprattutto con i laboratori e le botteghe di coltelli tipici di Pattada sparsi nelle varie vie del paese.
La piazza centrale, conosciuta anche come Piazza d’Italia, ha un belvedere, e su un lato si nota un enorme edificio su due piani con un grande terrazzo, che è il museo internazionale del coltello.
Nella parte ovest è presente una pineta e un punto ristoro che attira diversi turisti, ma anche residenti, che cercano refrigerio soprattutto in estate.
LE ORIGINI E LA STORIA
I ritrovamenti archeologici ci dicono che il territorio di Pattada è stato abitato già ai tempi della cosiddetta Cultura di Ozieri, databile a circa 5000 anni fa. Gli insediamenti umani sono poi proseguiti in maniera quasi ininterrotta nei periodi successivi, e ne sono testimonianza le diverse tombe dei giganti, domus de Janas, e i nuraghi di cui ancora oggi abbiamo traccia.
Anche il periodo romano ci ha lasciato dei ritrovamenti, come ad esempio un tratto di una strada romana vicino a Bantine, frazione che dal nome stesso è di derivazione romanica e proveniente da Costantino, i resti della chiesa di Santa Vittoria di Lerrono, nonché il tratto di strada che collega appunto questa località col centro abitato.
Il periodo bizantino ci lascia in eredità la chiesa di Sant’Elia e alcune tombe ritrovate in paese. Bantine e Lerrono sono solo due dei villaggi preesistenti al paese di Pattada come lo conosciamo oggi.
In periodo medievale esistevano almeno una dozzina di questi villaggi sparsi per il territorio, prevalentemente nelle zone a valle. Oltre ai primi due già menzionati, esistevano sicuramente i villaggi di Biduvè, Bidducara, Bunne, Cugadu, Sa Patada, Sa Niera, Topoli, e altri, e la testimonianza più importante è data dal ritrovamento presso questi villaggi di chiese più o meno intatte, come quella di Santa Caterina, San Nicola, e San Michele. Le incursioni erano frequenti e spesso questi piccoli villaggi venivano depredati fino al punto che, non senza ostacoli, i saggi decisero di unirsi e formare un nuovo grande villaggio, abbandonando le terre malsane e rivolgendosi verso altitudini maggiori, costituendo i primi insediamenti di quello che è il paese di Pattada come lo conosciamo oggi.
Le prime attestazioni scritte sul territorio risalgono al 1163 in un atto di donazione riguardante i monaci di Camaldoli. Siamo nel periodo giudicale, e Pattada, come tutte le ville del Nord Sardegna, apparteneva al giudicato di Torres, sotto la curatoria (o distretto) di Lerron, fino al 1259, anno in cui il giudicato di Torres cadde dopo la morte della giudicessa Adelasia che non lasciò eredi, e dopodiché passò ai giudici di Arborea.
La dominazione spagnola che iniziò durante la prima metà del XIV secolo colpì anche Pattada, che rimase in mano agli aragonesi fino al 1843.
ETIMOLOGIA DEL NOME
In periodo medioevale sono state riscontrate diverse forme del nome del paese, abbiamo così Bossada, Posada, Patzada, Pathada, ma anche Paçada, di evidente derivazione spagnola.
Il significato in tempi romani corrisponde a quello di altopiano o punto panoramico, e in effetti la sua localizzazione geografica conferma questa possibile teoria di attribuzione del nome.
Ma è interessante anche una seconda teoria che vuole che secondo la tradizione il paese odierno sia formato dall’unione di tanti piccoli villaggi sparsi nel territorio e che a causa di saccheggi ma anche di maltempo vivevano in condizioni talmente precarie che i saggi di questi singoli villaggi, tutti tranne “Lerron” e “Bantine”, che rimane ancora oggi come frazione, decisero di fare un patto, mettendosi tutti alla pari, e di unirsi in un unico villaggio principale. Secondo questa teoria quindi il nome deriva dal latino “pactiare”, con significato appunto di “fare il patto”, “essere alla pari”.
ECONOMIA
Con un’estensione territoriale di oltre 16.000 ettari, l’economia di Pattada si lega tanto ai frutti di questo territorio, un po’ per la sua coltivazione, ma soprattutto per l’allevamento di bestiame sia ovino che bovino, principalmente da latte. Proprio da quest’ultimo si ottengono le famose perette di Pattada, un formaggio a pasta filata che ha la forma di una pera con un restringimento nel punto dove viene appesa a stagionare su dei fili, e che va a formare una piccola testina in alto. La produzione casearia comprende anche il pecorino romano e il fiore sardo.
L’agroalimentare produce economia anche nella produzione di un tipo di pane chiamato “spianata” di forma rotonda e spesso pochi millimetri prodotto in diversi panifici nel paese.
Si annovera anche la produzione di dolci, di miele e del torrone.
Per quanto riguarda l’artigianato, sono diverse le realtà artigianali per la lavorazione del ferro e del legno, inclusa un’arte che ancora sopravvive in pochissimi luoghi, che è quella del liutaio. Il nome di Pattada non può non essere associato al tipico coltello sardo. Un giacimento di ferro nei pressi del paese è stato sfruttato fin dai secoli scorsi per la forgiatura di questi meravigliosi coltelli con manico in legno o in corno di animale conosciuti ed esportati in tutto il mondo.
FESTE E SAGRE
La festa patronale è quella in onore di Santa Sabina il 29 agosto. Questa ricorrenza è segnata da festeggiamenti religiosi e civili come, ad esempio, le processioni a cavallo e a piedi con gli stendardi sia della patrona ma anche negli altri santi protettori del paese, e manifestazioni e concerti che negli anni hanno portato a Pattada anche artisti di un certo livello nazionale.
Il 24 giugno viene celebrato San Giovanni Battista. La sera precedente è tradizione accendere i falò di San Giovanni come buon auspicio soprattutto per i giovani ragazzi, mentre il giorno della celebrazione del santo dopo la messa si fa una processione per le vie del paese seguita da un momento conviviale con un rinfresco offerto a tutta la popolazione dal comitato organizzatore.
Il 16 luglio e nei giorni contigui si svolgono le celebrazioni per la Beata Vergine del Carmelo, che prevedono una processione a cavallo e a piedi a cui partecipano anche i comitati che onorano gli altri santi del paese. I festeggiamenti civili includono dei momenti di pasti conviviali e serate folkloristiche con musica e balli.
Pattada è un paese attivo anche per quanto riguarda le sagre e le mostre. Ogni due anni in estate si tiene la mostra del coltello, durante la quale gli abili artigiani aprono i loro laboratori per mostrare come si forgiano le famose “Pattadesi”.
Ad agosto si tiene la mostra di prodotti tipici denominata “Pattada Produce”, in cui si dà lustro ai prodotti enogastronomici e artigianali del paese con esposizioni e laboratori di produzione.
Sempre durante il mese di agosto a Pattada va in scena la “Sagra de Sas Pellizzas”, il piatto tradizionale del paese.
Una manifestazione molto attesa, vista anche la forte passione e la numerosa presenza di cavalieri e amazzoni a Pattada, è il Palio degli Asinelli che si tiene verso la fine di agosto. Dieci contrade appartenenti ai diversi rioni del paese si sfidano in una corsa che ricorda, sebbene in proporzioni minori, il Palio di Siena, e che celebra il vincitore con grandi feste e riconoscimenti.
GASTRONOMIA
Il piatto tipico del paese di Pattada è “Sas Pellizzas”. Si tratta di un piatto povero a base di pasta fresca ma che necessita di una certa abilità nella sua preparazione. Si parte da un impasto lavorato a mano da cui si staccano, sempre a mano, dei piccoli pezzetti a cui si dà una forma rotondeggiante e concava, che vengono immersi in acqua bollente nel momento stesso in cui vengono tagliati dall’impasto originario. L’abilità del cuoco sta nel riuscire a cuocere in modo uniforme sia il primo pezzetto di pasta, sia l’ultimo, considerato che avranno tutti un tempo di cottura differente, proprio per il tempo che intercorre tra il distacco del primo e dell’ultimo pezzo. Dopo la cottura questi ritagli di pasta vengono scolati e conditi con sugo di pomodoro e pecorino.
Un altro primo piatto tipico di Pattada sono i ravioli sia di formaggio che di ricotta, grazie soprattutto alle produzioni casearie del territorio.
Per quanto riguarda i dolci, in periodo carnevalesco si preparano frittelle e “origliettas”. Le “seadas” sono tipiche durante tutto l’anno, mentre per celebrazioni importanti si preparano gli “amaretti”, le “tiriccas”, i “papassini” e i biscotti sardi.
La produzione di miele è cospicua e contribuisce alla preparazione di un altro dolce tipico del paese di Pattada che è il torrone.
CHIESE E ARCHEOLOGIA
La chiesa parrocchiale in onore di Santa Sabina si trova poco dopo l’ingresso ovest del paese. La struttura originaria risale al XVI secolo ma il santuario che vediamo oggi è stato oggetto di numerose ristrutturazioni avvenute tra la fine del 1700 e i primi del 1800, ma anche nei primi anni del XX secolo. Anche il campanile ha subito diverse ristrutturazioni, di cui l’ultima circa un secolo fa, dopo che un fulmine lo fece crollare. Una piccola scalinata conduce alla chiesa, con una facciata molto ampia, ma allo stesso tempo molto semplice, caratterizzata da forme circolari a partire dal cornicione superiore curvilineo, dal grande rosone decorato e dall’arco sovrastante l’enorme portone in bronzo. Elementi che vengono ripresi anche nel campanile, di forma cilindrica. Gli interni sono suddivisi in tre navate, tutte con volte a crociera. L’alta navata centrale è suddivisa da archi in cinque campate, mentre nelle navate laterali sono diversi gli altari e le cappellette dedicate a diversi santi.
Nella parte sud del paese sorge la chiesa di Nostra Signora del Carmelo, risalente agli anni 80 del secolo scorso, ma costruita su una precedente chiesa del Settecento, ha una struttura moderna con pianta circolare, un portone squadrato che si apre all’interno verso un unico ambiente.
Nella parte nord del paese, a pochi passi da Piazza d’Italia, sorge la chiesa di Nostra Signora del Rosario. Edificata nel XVI secolo in stile gotico aragonese, era in origine intitolata San Salvatore, ma dal XVIII secolo in poi cambiò nome a favore di quello attuale, voluto dai frati domenicani. La chiesa ha una facciata molto semplice con un portone sormontato da un arco e racchiuso da una cornice in pietra a vista, nella parte superiore c’è un piccolo oculo con una croce all’interno, mentre sulla destra c’è un campanile di forma quadrata, costruito in sostituzione del precedente campanile cilindrico crollato a causa di un fulmine. Internamente c’è un’unica navata centrale suddivisa in quattro campate, e con diverse cappelle laterali.
Poco distante da questo santuario, si trova la chiesa di San Giovanni, antistante a una piazzetta con pavimentazione in lastricato. La piccola chiesa risale al XIV secolo, ha una facciata con pietra a vista e un semplice portone ligneo che porta all’unica navata interna suddivisa in tre campate e che termina con un grande altare in legno dedicato al Santo. Mentre poco più a sud di questi due luoghi di culto sorge la chiesa dello Spirito Santo, risalente al XVII secolo, anche questa di modeste dimensioni, con facciata in pietra e un’unica navata interna suddivisa in tre campate.
Nell’omonimo colle, che è anche il punto più alto del paese, si erge la chiesa di San Gavino. Il santuario odierno è del secolo scorso ed è stato edificato sulla base di un precedente monastero che doveva risalire addirittura al periodo medievale, e che era la residenza dei monaci camaldolesi. La chiesa è un piccolo edificio a base quadrata con una facciata in mattoni rossi, con bordi e ornamenti in marmo bianco. Il portone squadrato in ferro porta ad un’unica navata interna.
Tra le chiese campestri a Pattada figurano quelle di San Nicola e quella di San Michele, mentre della chiesa di Santa Caterina rimangono solo le rovine. I tre santuari si trovano a circa 7 km dal centro abitato di Pattada in direzione sud ovest in quello che era il villaggio di “Biduvè”, ormai scomparso. La chiesa di San Nicola, edificata XVII secolo si presenta oggi in precarie condizioni di conservazione. L’ampia facciata ha un alto portone ad arco che raggiunge quasi la base del tetto a due spioventi. All’interno c’è una navata unica e un altare in legno databile al XVIII secolo. La vicina chiesa di San Michele risale al XIII secolo, è stata costruita in stile romanico ed è stata restaurata più volte, fino alle forme odierne, realizzata in pietra a vista con una facciata a due spioventi e un portone architravato. All’interno c’è un’unica alta navata.
Anche la piccola frazione di Bantine, distante da Pattada circa 3 km, ha due chiese, quella di San Giacomo e quella di San Pietro, entrambe risalenti al periodo medievale, probabilmente al XIII secolo.
Tra i siti archeologici di Pattada sono stati censiti almeno una trentina di nuraghi, alcuni dei quali di particolare interesse, come quello all’interno del lago Lerno, che, insieme alle tombe dei giganti e al villaggio nuragico nei pressi, viene sommerso dall’acqua quando il lago aumenta il suo livello.
A circa 15 km a nord dal centro abitato sono stati ritrovati i resti di quello che era il castello di Olomene, nell’omonima località, costruito nel XII secolo quando il territorio faceva parte del giudicato di Torres.
Sono diversi i villaggi nuragici di cui sono state trovate le tracce, come ad esempio quelli in località “Badu Ludosu” e “Marghinesu”.
SUL TERRITORIO
Nuraghe Lerno
Villaggio Lerno
Chiesa San Lorenzo
Fortificazione Sa Chidade
Nuraghe Donnigheddu
Insediamento Nuragico Ottinnera
Nuraghe Sa Cadrea
Nuraghe Elvanosu
Insediamento Nuragico Littu Pedrosu
Nuraghe Su Corriadore
Nuraghe Salambrone
Nuraghe Sa Puzzonina
Nuraghe Muzzone
Nuraghe Norchetta
Fortificazione Su Casteddu
Nuraghe Sa Domo e sa Terra
Nuraghe Sos Lamparigos
Nuraghe Nuridolzu
Nuraghe Pedralinos
Nuraghe Crabiles
Nuraghe Su Sauccu
Nuraghe Pira
Nuraghe Donna Teresa
Nuraghe Badu e crasta
Insediamento Nuragico Badu Ludosu
Insediamento Nuragico Marghinesu
NUMERI UTILI
FARMACIA ARCA
Via Duca D’Aosta, 45
Tel. 079 755134
CARABINIERI
Via Istria, 14
Tel. 079 755122
COMUNE
Via Roma, 14
Tel. 079 755114
DISTRIBUTORE DI BENZINA
Località Sos Alinos
Tel. 349 445 1582
CONTATTACI
Puoi contattarci compilando il modulo sottostante o scrivendoci a infoinsidesardinia@gmail.com
Puoi contattarci compilando il modulo sottostante o scrivendoci a infoinsidesardinia@gmail.com
I tuoi dati sono al sicuro: il tuo numero telefonico e/o il tuo indirizzo mail saranno utilizzati solo ed esclusivamente per rispondere al tuo messaggio. NESSUNO SPAM DA PARTE NOSTRA!