SEMESTENE

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO
Il paese di Semestene si trova nella Sardegna nordoccidentale e fa parte del territorio chiamato Logudoro. È facilmente raggiungibile poiché dista meno di 4 km dalla principale arteria viaria della Sardegna, la strada statale 131, e anche dal capoluogo di provincia, Sassari, dista poco più di 50 km. Si tratta di un territorio prevalentemente collinare che confina a nord con Cossoine, dal quale è delimitato per un certo tratto da due fiumi, il Riu Alchennero e il Riu Androliga, entrambi toponimi anche di un’ampia vallata il primo, e di una grotta il secondo.
L’immaginario collettivo parla della grotta di Androliga come un luogo magico, che si trova nei pressi dell’omonimo fiume e ha un ingresso abbastanza ampio che porta ad un ambiente molto grande all’inizio e a forma di imbuto man mano che si procede verso l’interno. Il punto più stretto comprende anche una sorta di corridoio che porta a un secondo ambiente più piccolo e da dove si può notare lo scorrere di un rigagnolo che probabilmente va a gettarsi come affluente in un fiume maggiore.
Il confine orientale di Semestene è interamente con il territorio di Bonorva ed è caratterizzato da un’alternanza di altopiani e vallate che portano poi, nella parte sud-est, all’altopiano di Campeda, che con i suoi circa 650 metri di altitudine corrisponde al punto altimetrico più elevato di tutto il territorio. L’altopiano, di origine basaltica, è frutto di eruzioni vulcaniche di cui oggi rimangono massi in pietra di misure più o meno grandi consumate dall’erosione del tempo, ed è caratterizzato da boschi di querce, soprattutto roverelle.
Il vasto altopiano di Campeda prosegue a sud estendendosi fino al territorio di Macomer, da cui Semestene è diviso interamente dal “Riu Temo”, uno dei corsi d’acqua più importanti di tutta la regione nordoccidentale della Sardegna. Per un breve tratto a sud, e precisamente nel vertice sud-ovest, il territorio di Semestene spartisce il confine con Pozzomaggiore e Sindia, ed è proprio in quest’ultimo Comune, a pochi metri dal confine, che si trova uno dei ponti romani meglio conservati di tutta la zona, il “Ponte Oinu”.
L’elenco dei confini territoriali termina con l’intera porzione occidentale, anche questa caratterizzata da un’alternanza di vallate e rilievi collinari, che fanno da confine con Pozzomaggiore.
In tutto il territorio di Semestene sono presenti numerosi corsi d’acqua, alcuni che danno origine a sorgenti e fontane, altri che si riversano come affluenti verso fiumi più importanti. E la forte presenza di acqua viene rimarcata da svariati toponimi dati alle località nel territorio, come ad esempio “Paule Maiore”, (“paule” che significa “palude”) “Funtana Cana” (“funtana” con significato di “fontana”), “Funtana ’e Frassos”, e così via.
L’altopiano di Campeda è inoltre un luogo ricco di nuraghi, grazie alla sua conformazione da cui si poteva, e si può ancora, dominare e controllare la vallata sottostante in direzione dell’odierno paese e dei territori di Pozzomaggiore e oltre.
IL PAESE
Il centro abitato di Semestene si adagia sulle pendici di una collinetta e forma quasi un anfiteatro intorno alle due chiese principali, la chiesa di Santa Croce ormai non più esistente e la chiesa di San Giorgio che è invece la parrocchia del paese.
A sud del centro abitato passa la strada provinciale 8 che collega Semestene con la strada statale 131 a est, con il paese di Pozzomaggiore a ovest, e con diversi comuni del Nuorese a sud.
Il paese è invece caratterizzato da un reticolato viario molto sviluppato, da diverse aree verdi, da un anfiteatro con funzione di auditorium all’aperto dove si svolgono spesso eventi musicali.
Tra i servizi offerti alla comunità si annoverano le poste, la farmacia, la piscina e i giardini comunali, un’area di sosta camper, e ampi spazi al chiuso che fungono da centri di aggregazione sociale.
LE ORIGINI E LA STORIA
Le prime tracce di insediamenti abitativi nel territorio di Semestene sono databili al neolitico per via dell’esistenza e ritrovamento di necropoli ipogeiche a domus de Janas in tre distinti siti. La presenza antropica durante l’età nuragica è stata più diffusa e ci ha consegnato una ventina di nuraghi, tra cui semplici monotorre ma anche nuraghi più sviluppati, alcuni che comprendevano dei veri e propri insediamenti nuragici, e un pozzo sacro.
I ritrovamenti di ceramiche avvenuti nelle località “Santa Giusta” e “Codes” indicano segni di presenza umana anche durante l’epoca romana, e i ruderi di alcune costruzioni in blocchi squadrati tipiche di quel periodo storico confermano questi insediamenti.
Il periodo medievale vede una serie di villaggi sparsi per il territorio, gli studiosi ne contano almeno 7, tra cui Semestene vecchio, Semestene nuovo e San Nicola (di Truddas o di Trullas).
La chiesa romanica rappresentativa di questo villaggio è quella omonima, risalente ai secoli XI-XII e donata ai monaci camaldolesi con un documento del 1113, che venne annessa al monastero. È proprio grazie al condaghe di San Nicola di Trullas, un documento redatto dalla chiesa sulle proprietà di quel periodo, che si hanno numerose notizie su questo territorio.
Alcune ipotesi dicono che la villa di Semestene che conosciamo oggi, con nucleo originario nei pressi della chiesa di Santa Croce, si sia formata dopo lo spopolamento proprio del villaggio (o secondo alcuni, città romana) di Truddas avvenuto intorno al XI-XII secolo.
Durante il periodo dei Giudicati, anche la villa di Semestene apparteneva al Giudicato di Torres, diffuso in tutta la regione odierna del Logudoro e oltre. Il Giudicato era suddiviso in distretti chiamati “curatorie” per una migliore funzione di governo locale, e Semestene ricadeva nella curatoria di “Costa de Addes”o “Costavalle”, in cui rimase fino alla morte dell’ultima Giudicessa Adelasia di Torres avvenuta nel 1259.
Gli anni che seguirono videro questi territori governati dalla famiglia dei Malaspina e dal Giudicato di Arborea, con sporadici tentativi di conquista della famiglia dei Doria, e quelli degli aragonesi che si stavano piano piano impadronendo dell’intero territorio della Sardegna.
La conquista spagnola dell’isola si completò nel 1420, e perdurò per circa quattro secoli, quando sul finire del XVIII secolo ci fu una rivolta generale delle popolazioni che, stanche delle vessazioni dei signori feudatari, si organizzarono per combattere e rovesciare quel sistema. Cosa che avvenne nei primi anni del XIX secolo e si completò con l’abolizione totale del regime feudale intorno al 1840.
ETIMOLOGIA DEL NOME
Il toponimo Semestene si ritrova in diversi documenti risalenti al XII e al XIII secolo, ma nella stessa epoca anche il nome “Semeston” si trova parecchio diffuso. I secoli seguenti vedono anche altre varianti del toponimo, tra cui “Semestenes” e “Semestona”.
Una leggenda dice che il nome deriverebbe da una domanda in lingua sarda che un forestiero che passò per la villa ripeteva continuamente agli abitanti. La domanda era “semenes tenes?” (hai semi?), e questa sorta di litania si fissò nella mente dei locali così tanto che diedero il nome “Semestenes” alla villa, poi ridotto a “Semestene” con l’eliminazione della consonante finale.
ECONOMIA
L’economia di Semestene è sempre stata basata in misura maggiore sull’agricoltura e sull’allevamento di bestiame.
Per quanto riguarda l’agricoltura, le coltivazioni di grano di un tempo oggi lasciano spazio a pascoli e sporadici terreni coltivati a vigneto e oliveto.
L’allevamento del bestiame è quasi esclusivamente ovino e bovino sia per la produzione di latte che di carni.
FESTE E SAGRE
La festa patronale di Semestene è quella in onore di San Giorgio celebrata il 23 aprile, e consiste in diversi giorni di festeggiamenti sia civili che religiosi grazie a un comitato che cura tutti gli aspetti organizzativi della festa.
La seconda festa che si tiene a Semestene, forse anche quella più partecipata, è in onore di San Nicola di Trullas che dal calendario ricade il 16 giugno, giornata in cui avvengono perlopiù celebrazioni religiose, e che viene poi festeggiata nuovamente in estate, durante alcuni giorni che precedono e culminano nella seconda domenica di agosto con dei festeggiamenti sia religiosi che civili. I riti religiosi prevedono i vespri, le messe, e due processioni dei fedeli, una per le vie del paese, e un’altra verso la chiesa poco distante dal centro abitato. I festeggiamenti civili comprendono invece degli eventi musicali e serate folkloristiche.
GASTRONOMIA
La gastronomia tipica di Semestene segue quella delle tradizioni logudoresi, quindi con dei primi soprattutto a base di gnocchetti sardi o ravioli, ma anche di polenta oppure di pane “zichi” cucinato bollito nel brodo.
Per quanto riguarda i secondi piatti, sono molto comuni gli arrosti sia di maialetto che di agnello, mentre per quanto riguarda la carne suina, dell’animale vengono utilizzate tutte le sue parti comprese le interiora.
Anche i dolci sono quelli tradizionali che si ritrovano anche in altri paesi limitrofi e comprendono i classici biscotti sardi, amaretti, formaggelle, papassini, nonché diversi tipi di focacce.
CHIESE E ARCHEOLOGIA
La chiesa parrocchiale di Semestene è quella intitolata a San Giorgio, si trova al centro del paese e la sua struttura originaria risale al XII secolo, ma è stata oggetto di restauri intorno agli anni 20 del XVII secolo. La facciata, in blocchi calcare a vista, è abbellita da quattro semicolonne che seguono tutta l’altezza andando a terminare in una copertura a due spioventi abbelliti da un cornicione che ne segue l’andamento. Il portone squadrato è anch’ esso abbellito da semicolonne laterali e un timpano superiore, mentre una finestra rettangolare posta sopra un cornicione, che va lungo tutta la facciata in linea orizzontale, permette l’ingresso della luce all’interno della chiesa. Sulla sinistra un campanile a sezione quadrata terminante con una guglia completa l’architettura esteriore dell’edificio. Un’ampia gradinata conduce all’interno dove si trova un ambiente con una navata unica suddivisa da archi in quattro campate e con diverse cappelle laterali, tre a sinistra e quattro sul lato destro.
Poco distante dalla chiesa parrocchiale troviamo i resti di un altro edificio di culto che una volta era la chiesa di Santa Croce. La chiesa originaria in stile romanico secondo alcune fonti doveva risalire al XII secolo ma circa quattro secoli dopo venne ampliata e ristrutturata. L’edificio era costruito in pietra e aveva una facciata a capanna con un portone squadrato abbellito da colonne e un architrave, le pareti laterali erano sorrette da contrafforti, sul lato sinistro si ergeva un piccolo campanile a vela, mentre sul lato destro si trovava un secondo ingresso minore anche esso abbellito da decorazioni in pietra. L’interno prevedeva una navata unica suddivisa da archi in tre campate. Le precarie condizioni strutturali che mettevano a rischio la sicurezza sia dell’edificio che dell’area circostante ha portato alla demolizione della chiesa nel 1967, e oggi ciò che rimane è solo il basamento da cui si può intuire la sua pianta originaria, e recentemente, nella piazzetta ricavata dalla demolizione dell’edificio, sono state posizionate, affiancate, le cornici in pietra decorate dei due portali.
L’unica chiesa campestre rimasta pressoché intatta nel territorio di Semestene si trova a meno di 3 km dal centro abitato in direzione ovest ed è quella di San Nicola di Trullas. Nelle vicinanze si può ancora notare una parte della pianta costruttiva del monastero e delle strutture che vi erano un tempo annesse, come il chiostro, il pozzo, e altri ambienti utilizzati in passato, e che andarono distrutti da un incendio intorno al XIV secolo. La chiesa esisteva sicuramente già dagli inizi del XII secolo visto che si ha testimonianza della sua donazione ai monaci camaldolesi grazie a un documento risalente all’anno 1113. L’edificio è stato costruito con blocchi di calcare e trachite a vista e ha una pianta rettangolare con abside finale. La facciata è incorniciata da due semicolonne poste alle due estremità che si sviluppano in altezza terminando con il timpano superiore. La parte inferiore della facciata è piuttosto semplice e ospita un portone squadrato al centro con un piccolo arco incavato al di sopra di esso. Molto più complessa esteticamente è la parte superiore della facciata, decorata con quattro colonne poggiate su un cornicione e che vanno a formare cinque archetti. Il motivo all’arco viene ripreso anche nei cornicioni superiori delle pareti laterali e dell’abside retrostante. L’interno della chiesa presenta un unico ambiente suddiviso da un arco centrale in due campate con volta a crociera decorate da meravigliosi affreschi che fanno riferimento al libro dell’Apocalisse. Anche le pareti laterali interne originariamente dovevano essere completamente affrescate, ma oggi rimangono solo poche tracce di questi elementi di bellezza decorativa.
Nel territorio di Semestene sono presenti altre chiese campestri ormai però tutte ridotte allo stato di rudere.
Quella più vicina al centro abitato è la chiesa di San Michele che si trova a circa 1 km dal centro abitato in direzione sud. La costruzione era in blocchi di trachite e di calcare ma la scarsità dei ritrovamenti non ci permette di risalire a una possibile struttura originaria e a ciò che doveva trovarsi nell’area circostante.
Più o meno equidistante da questa chiesa sorge quella di Santa Giusta situata sul fianco di una collina in direzione est rispetto al centro abitato. Nei pressi dell’edificio sono presenti anche resti di un insediamento abitativo riconducibile all’epoca romana per via delle numerose ceramiche ritrovate. I ruderi della chiesa comprendono dei blocchi di calcare e trachite che un tempo formavano un edificio di modeste dimensioni.
A circa 6 km dal centro abitato in direzione sud ovest troviamo la chiesa di Santa Maria di sansa, risalente all’epoca medievale e costruita in pietra calcarea e trachitica. Nei pressi dell’edificio sono stati ritrovate diverse strutture e delle opere murarie, ma anche un pozzo sacro di notevole importanza per quella particolare epoca storica. Dalla chiesa si può vedere una buona parte di muri perimetrali che permette di capirne la struttura originaria.
L’ultima chiesa campestre nel territorio di Semestene si trova a circa 12 km dal centro abitato in direzione sud ovest, quasi ai confini col territorio di Sindia, ed è il rudere della vecchia chiesa di San Giorgio, di cui rimane veramente poco, nient’altro che una parte di un muro perimetrale che non permette di decifrare una vera e propria pianta costruttiva.
Per quanto riguarda le emergenze archeologiche che si possono trovare nel territorio di Semestene si annoverano 3 necropoli ipogeiche nella parte settentrionale e centrale del territorio e sono quelle nelle località “Androliga”, “Tocco de Iscala” e “Funtana ’e Bulla”. Si tratta di tombe di modeste dimensioni, infatti, le prime due sono costituite da 2 ambienti ciascuna, mentre l’ultima ne ha 3.
I nuraghi sono invece in numero superiore, oltre 15 se si contano anche gli insediamenti nuragici più complessi. Molte torri sono state erette sui costoni dell’altopiano che dalla Campeda guarda verso le vallate nordoccidentali, assolvendo così a una funzione difensiva e di controllo del territorio.
Un bell’esempio di nuraghe complesso è quello in località “Iscolca”, caratterizzato da 3 torri ancora in gran parte visibili e dai resti di capanne e insediamenti umani nelle vicinanze. Anche il nuraghe “Codes” è di importanza rilevante sia per la sua struttura trilobata (con tre torri), ma anche per i resti ceramici ritrovati che testimoniano il suo utilizzo anche in epoche successive, soprattutto quella romana.
SUL TERRITORIO
Nuraghe
Nuraghe
Nuraghe
Nuraghe
Nuraghe
Domus
NUMERI UTILI
FARMACIA
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Tel. 079
CARABINIERI
Stazione
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COMUNE
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