THIESI

Panoramica del paese di Thiesi

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO

Thiesi è un importante centro socioeconomico della Sardegna nordoccidentale situato nella regione del Logudoro e più precisamente nella subregione chiamata “Meilogu”. Il suo territorio è prevalentemente collinare, col rilievo più alto, il Monte Pelao, che raggiunge i 730 metri di altitudine sul livello del mare, e che segna per un tratto l’intero confine orientale di Thiesi con Borutta.

Il Monte Pelao è un vasto altipiano che si estende nei territori di vari comuni, tra cui Bessude a nord, con cui Thiesi confina per un lungo tratto, e che in un certo punto condivide proprio con questo paese una porzione del lago Bidighinzu. Sono diversi gli affluenti che si immettono nel lago artificiale e che attraversano in lungo e in largo il territorio di Thiesi.

A nord Thiesi confina anche con Ittiri, ed è forse questa la parte più selvaggia del territorio, con rilievi, pareti rocciose, boschi fitti, vallate e gole, che rendono questa porzione di territorio molto affascinante dal punto di vista naturalistico e dimora di diverse specie di animali selvatici. Il confine occidentale è quasi interamente condiviso col territorio di Romana, e solo per un breve tratto, sempre a ovest, Thiesi lambisce anche Villanova Monteleone.

A sud Thiesi confina con Giave, Cossoine e Cheremule. È interessante notare una particolarità in relazione proprio a quest’ultimo comune. Si trova infatti una frazione di Cheremule all’interno del territorio di Thiesi, un’isola amministrativa staccata da quello che è il territorio di Cheremule, e distante da esso circa 2 km lineari. A Thiesi si alternano colline a montagne e a pianure, boschi fitti e impenetrabili si intervallano a distese fertili, conferendo al territorio, punteggiato qua e la da importanti siti archeologici, una ricchezza naturalistica invidiabile.

Nei pressi di Monte Majore vi è la grotta che prende lo stesso nome. È conosciuta anche come inghiottitoio, forse per via del suo accesso, di difficile individuazione, che è una piccola cavità immersa nel bosco. L’ingresso avviene in un corridoio che conduce all’ambiente principale a cui sono collegati diversi ambienti minori, all’interno scorrono dei rigagnoli, ci sono alcuni pozzetti e sorgenti d’acqua, ma le sue caratteristiche forse più importanti sono la presenza di formazioni di stalattiti e stalagmiti e di una numerosa colonia di pipistrelli. Ha una pianta rettangolare e una dimensione totale di circa 300 metri quadrati. La presenza di acqua e il riparo offerto dalla grotta ha permesso di essere utilizzata come dimora addirittura già ai tempi del Neolitico Antico, circa 7000 anni fa, come dimostrano i ritrovamenti di ceramiche avvenuti al suo interno.

A circa 3 km a nord ovest del centro abitato si trova la tenuta conosciuta come “sa Tanca de Santu Ainzu”, un’azienda agricola di circa 80 ettari caratterizzata da boschi secolari e querce monumentali, situata su un promontorio dal quale si può ammirare il panorama sottostante. Fanno parte del compendio la chiesa appunto di San Gavino, un omonimo nuraghe ben conservato, una cava di pietra e una fornace per la produzione di calce, nonché tutte le strutture necessarie per le attività agricole, ma anche la villa padronale e i locali dell’odierno agriturismo.

IL PAESE

Visto dall’alto, il centro abitato di Thiesi ha la forma di un triangolo, delimitato a est dalla strada statale 131 bis, importante arteria stradale che collega il paese alla S.S. 131, distante soli 5 km, e che prosegue in direzione di Ittiri e Alghero. Nel vertice nord è presente l’industria casearia F.lli Pinna, mentre il vertice sud-est è occupato dalla zona artigianale e industriale del paese, con importanti realtà economiche.

Il centro storico si trova proprio nella parte sud-est del paese, nella zona comunemente conosciuta come “Rochitas”, caratterizzata da viuzze strette e lastricate, e che ingloba la chiesa parrocchiale di Santa Vittoria, la cosiddetta “Carrela ’e Puttu” (la strada del pozzo), in cui era effettivamente presente il pozzo da cui la popolazione attingeva l’acqua in passato, e che culmina nella piazza dove ha sede l’odierno municipio. Questa piazza, dedicata ai Caduti in Guerra, è un piccolo museo a cielo aperto con al centro proprio il Monumento ai Caduti. Lo stesso municipio è stato costruito sui resti del palazzo baronale, chiamato in passato “Su Palatu”, appartenente alla famiglia dei temibili feudatari Manca e che venne distrutto durante i moti antifeudali del 1800.

Adiacenti all’odierno municipio vi sono il vecchio mercato civico e il mattatoio comunale, testimoni anch’essi di una società, seppure più recente, in cui tutti i servizi necessari si trovavano all’interno del paese. Nel lato ovest della piazza è ancora visibile, e visitabile, la torre prigione, che risale al XV secolo e fu costruita dopo la conquista aragonese come punto di avvistamento e di difesa, per sorvegliare quello che era l’antico accesso al paese, nei pressi della chiesa di San Giovanni. Dopo circa un secolo, da torre di avvistamento passò a prigione e venne utilizzata come tale fino a metà del secolo scorso, soprattutto per reati minori. Dall’altro lato della piazza una scalinata conduce alle domus de Janas “Binza ’e Josso”, un complesso di sei necropoli ancora accessibili.

Il centro storico è caratterizzato sia da abitazioni semplici, a un piano e di dimensioni modeste, ma anche da case che appartenevano alle famiglie nobiliari del paese. A partire dalla metà del secolo scorso Thiesi ha conosciuto un’espansione costruttiva verso ovest, e lo si vede da una più strutturata e lineare rete viaria, che proprio nella parte occidentale segue un reticolo ben organizzato di strade e costruzioni.

Il paese è anche un punto di riferimento, sia per gli abitanti locali che per il circondario, anche dal punto di vista sanitario grazie alla presenza dell’ospedale civile.

Poco distante dall’ospedale, si può visitare il museo Aligi Sassu, dedicato al pittore che visse a Thiesi nel secolo scorso, e che espone dipinti realizzati dall’artista con diverse tecniche, rappresentanti sia scene storiche, come ad esempio l’opera che ritrae una scena delle rivolte antifeudali, in cui Thiesi ebbe un ruolo fondamentale, e sia scene ispirate alla letteratura, con tratti a volte futuristici, ma soprattutto con le raffigurazioni dei cavalli spesso presenti nei suoi dipinti.

Il paese di Thiesi è abbellito da numerosi murales che spesso rappresentano scene di vita reale della società di un tempo, basata principalmente sull’agricoltura e sull’allevamento, feste e costumi tradizionali del luogo. A Thiesi sono inoltre presenti numerosi servizi utili alla comunità, le scuole, dalla materna alle superiori, le sedi delle forze dell’ordine, diversi istituti bancari, servizi di consulenza, impianti sportivi, giardini e luoghi di aggregazione.

LE ORIGINI E LA STORIA

Il territorio di Thiesi fu abitato fin dal Neolitico Antico, periodo che va dai 6500 agli 8000 anni fa, lo sappiamo per alcuni ritrovamenti sono stati fatti nei pressi dell’odierno paese e nella famosa grotta di Monte Maiore. Ci sono stati insediamenti umani anche nelle epoche successive, lo dimostrano le domus de Janas, i nuraghi con annessi villaggi, e le tombe dei giganti sparsi in tutto il territorio.

Delle informazioni più consistenti sull’abitato di Thiesi si hanno a partire dal medioevo e più precisamente intorno all’anno 1120 grazie a una scrittura sul condaghe di San Pietro di Silki in cui si fa menzione di certi uomini di “Tigesi”, e di vari toponimi, alcuni dei quali danno il nome a diverse località del territorio ancora oggi. Intorno al 1200, lo stesso condaghe accenna anche a quello che doveva essere il nucleo originario del paese odierno, che si sviluppò intorno a un pozzo e che ancora oggi dà il nome in sardo alla via di cui abbiamo parlato poco più sopra nel testo.

Durante il periodo giudicale, il villaggio di Thiesi apparteneva al giudicato di Torres, sotto la curatoria di Cabuabbas. La fine del giudicato avvenuta nel 1259 portò il villaggio nelle mani della famiglia genovese dei Doria per diversi decenni, ma sul finire del secolo iniziarono le contese con i Malaspina e i giudici di Arborea.

Le dispute durarono fino all’arrivo degli aragonesi nel 1436 che conquistarono il feudo chiamato “Montemaggiore”, il quale comprendeva anche le ville di Cheremule e Bessude, e che fu assegnato alla famiglia dei Manca, duchi dell’Asinara. Come anche in altri feudi, le condizioni di vita non erano floride, i contadini lavoravano la terra per pagare alti tributi ai feudatari, che vessavano i più deboli e spesso li umiliavano.

A metà del XVIII secolo il malcontento stava iniziando a farsi sentire e iniziarono le ribellioni verso i grandi feudatari. Col passare degli anni queste ribellioni diventarono sempre più frequenti e più partecipate, e culminarono con la rivolta contro il grande feudatario Antonio Manca nel 1795 in cui, tra gli altri, venne distrutto e dato alle fiamme il palazzo dello stesso duca. La villa di Thiesi era a capo della rivolta antifeudale che stava prendendo forma, e a cui parteciparono anche gli abitanti di Banari, Bessude e Cheremule.

L’episodio decisivo avvenne nel 1800, quando il duca dell’Asinara inviò a Thiesi oltre mille combattenti per rivendicare la loro forza, ma trovarono un’aspra resistenza da parte degli abitanti, che, seppur di numero decisamente inferiore, difesero degnamente le loro idee e i loro voleri. Il grande feudatario vinse la battaglia ma gli equilibri erano ormai persi e fu solo questione di anni per avere una capitolazione completa del feudalesimo e l’inizio della proprietà privata stabilita con l’editto delle chiudende.

ETIMOLOGIA DEL NOME

L’origine del nome di Thiesi è piuttosto incerta, alcuni studiosi la ricollegano ad antichi vocaboli Fenici, mentre altri seguono la teoria di derivazione greca del nome, soprattutto per le consonanti iniziali “Th” tipicamente usate nelle regioni elleniche. L’utilizzo della forma “Thiessi” è attestato in uno scritto risalente alla prima metà del 1400 che riguardava l’acquisizione di terreni da parte dei fratelli Manca; quindi, sappiamo per certo che tale ortografia è alquanto antica.

Successivamente la “h” scomparve, non sappiamo per quale motivo, e in certe carte del territorio si trova la dicitura “Tiesi”. Questo perdurò per diversi anni, fino a fine XIX secolo, quando si decise di inserire nuovamente la consonante “h” nel nome per ragioni pratiche, per la corretta scrittura e lettura del paese in questione ed evitare confusioni con un altro paese neppure tanto distante, che è Tissi.

ECONOMIA

Thiesi rappresenta un punto di riferimento dal punto di vista economico per l’intera area del Meilogu. La vocazione agricola del territorio unita all’intraprendenza dei suoi abitanti ha permesso uno sviluppo dell’allevamento di bestiame, in particolare di bovini da carne e ovini da latte, con i prodotti da questi derivanti che vengono interamente lavorati all’interno del territorio di Thiesi.

Un esempio di filiera corta e trasformazione dei prodotti a km zero è rappresentato dalle diverse realtà industriali di produzione casearia che raccolgono il latte ovino da produttori locali, ma anche da aziende agricole sparse in tutta la Sardegna, e lo lavorano utilizzando un elemento chiave, il caglio naturale, prodotto da un’industria anch’essa con sede a Thiesi.

Per quanto riguarda il bestiame da carne, ci sono diversi impianti di macellazione, alcuni hanno anche il loro punto vendita diretto in modo da garantire la massima freschezza delle carni dal produttore al consumatore.

La presenza di bestiame ha permesso anche la presenza di un’altra azienda che si occupa della raccolta e conciatura delle pelli. Per quanto riguarda il confezionamento dei prodotti, a Thiesi è presente anche un’importante realtà che si occupa di imballaggi e cartoni, e infine per chiudere il cerchio relativo alla produzione e vendita di prodotti, non mancano le imprese di trasporti grazie alle quali le merci raggiungono il territorio nazionale, continentale e mondiale.

Sia nel centro abitato che nella zona industriale sono presenti diversi supermercati di generi alimentari e negozi di abbigliamento, ferramenta, elettricità, idraulica.

Ci sono due importanti concessionarie di automobili, un altrettanto importante pastificio artigiano, e una piccola azienda che produce liquori.

Per quanto riguarda la ricettività, a Thiesi sono diversi i punti per la ristorazione e il pernottamento, che include, oltre a un hotel, anche diversi Bed & Breakfasts.

FESTE E SAGRE

La Santa patrona di Thiesi è Santa Vittoria, celebrata il 23 dicembre con riti più che altro religiosi, con la messa e la processione seguite da un piccolo rinfresco a omaggiare la Santa.

Il 16 e 17 gennaio si celebra invece Sant’Antonio abate, con l’accensione di un grande falò in piazzale Seunis per ricordare il legame del santo con questo elemento della natura. L’accensione di un falò commemorativo si fa anche per un’altra festa, il 23 e 24 giugno, in onore di san Giovanni Battista. Una festa molto attesa soprattutto dai giovani del paese che si uniscono in un comitato che si occupa dell’organizzazione dei festeggiamenti religiosi e civili.

La festa più sentita e partecipata dalla popolazione di Thiesi è quella in onore della Madonna di Seunis l’8 settembre, preceduta da una novena che termina con i vespri del giorno precedente la festa. I festeggiamenti religiosi prevedono varie messe e una bellissima processione con i fedeli che seguono, chi a piedi e chi a cavallo, la statua della Santa portata per le vie del paese su un carro addobbato a festa e trainato da grossi buoi. I festeggiamenti civili spesso prevedono diversi giorni di festa con gare di poesia sarda, balli e canti tradizionali, manifestazioni sportive, ed esibizioni di artisti famosi a livello nazionale. Una famosa e molto attesa rassegna è quella delle “pariglie” equestri, in cui cavalieri si lanciano in corsa in coppia o in tre e si esibiscono in acrobazie sui cavalli in corsa, mostrando le loro abilità nel maneggio dell’animale e nell’equilibrio su di essi.

Per concludere le celebrazioni, a fine settembre, un comitato costituito dagli allevatori del paese organizza i festeggiamenti religiosi e civili in onore di San Sebastiano.

Una sagra che si svolge da anni durante il mese di dicembre, con l’intento di promuovere le tradizioni, i prodotti tipici, l’artigianato, i siti archeologici, il settore enogastronomico di Thiesi è quella conosciuta come “Rochitas in Festa”. Il cuore dell’evento è proprio l’antico rione “Rochitas”, ma ci può spostare per fare visita al museo e agli altri monumenti del paese, e permette ai visitatori di scoprire le curiosità, la storia, e le leggende, e allo stesso tempo degustare tutti i prodotti tipici locali.

GASTRONOMIA

I piatti tipici di Thiesi sono quelli derivanti soprattutto dal lavoro della terra e dall’allevamento di bestiame. Un ingrediente che ricorre spesso è il finocchietto selvatico, utilizzato come condimento in diverse pietanze, come l’agnello in umido, e nella preparazione della tipica salsiccia.

I primi piatti sono principalmente a base di pasta, gnocchetti, spaghetti, ravioli, fatti rigorosamente a mano, mentre per quanto riguarda i secondi piatti, sono maggiormente a base di carni ovine, bovine, e suine. Di tutte le bestie si cucinano praticamente tutte le parti, compreso il sanguinaccio, chiamato “Sambene in Fiacca”, che a Thiesi viene condito e inserito in un budello e cucinato direttamente sulla fiamma.

I formaggi hanno una parte importante nella gastronomia locale, e a quelli più stagionati si affiancano i formaggi più freschi e quelli lavorati con tecniche differenti, ad esempio gli “erborinati”, che sviluppano delle muffe che danno al prodotto sapori particolari e profumi intensi.

A Thiesi si preparano delle ottime “Impanadas”, che sono sfoglie rotonde di pasta stesa, alte un paio di centimetri e chiuse in alto da un disco di pasta per formare una sorta di tortina ripiena. Questa viene farcita con carne, verdure, pesce, o ingredienti di proprio gusto, e che possono essere gustate come antipasto o come secondo o ancora come prodotto monoporzione da consumare durante la giornata anche fuori casa vista la sua facile trasportabilità.

Anche il settore dolciario a Thiesi è molto variegato, con i papassini, amaretti, bianchini, tericcas, seadas, i dolci classici del carnevale e uno che tipico locale, chiamato “Ancas de Cane”, che è un pane al cui impasto vengono aggiunti uvetta, noci e finocchietto, che viene arrotolato, allungato e poi piegato a “S” a formare quella che a prima vista ricorda la zampa di un cane, da cui il nome.

CHIESE E ARCHEOLOGIA

La chiesa parrocchiale di Thiesi è quella dedicata a Santa Vittoria. Edificata nell’antico centro storico del paese verso la fine del XV secolo quando la famiglia Manca ottenne il feudo di Montemaggiore e volle celebrare la vittoria degli aragonesi sui sardi. Lo stile è appunto gotico catalano. La grande facciata presenta un tetto a due spioventi con un enorme rosone decorato in posizione centrale, al di sotto del quale vi è una cornicetta e poco più sotto un grande arco decorato e con delle raffigurazioni di santi nella parte dell’architrave che sormonta il grande portone in legno a tre ante racchiuso da quattro colonne, due per lato. Il campanile è a base quadrata nella parte inferiore che raggiunge l’altezza della chiesa, mentre prende una forma ottagonale nella parte superiore con gli archi che custodiscono le campane e quattro orologi alla sommità. Internamente la chiesa ha una base poligonale ma con una navata unica suddivisa in quattro campate e con varie cappelle laterali dedicate a santi.

Nell’estremità sudoccidentale del paese, in un enorme piazzale che si affaccia e domina le vallate sottostanti, sorge la chiesa di Nostra Signora di Seunis. Fu edificata verso la metà del XVII secolo, probabilmente sui resti di un precedente santuario risalente addirittura a quattro o cinque secoli prima. L’ingresso è orientato verso la vallata quasi come a voler sorprendere i fedeli con la suggestiva veduta panoramica che si ritrovano uscendo dalla chiesa. La facciata è in blocchi a vista e termina in alto con un cornicione ricurvo sormontato da un piccolo campanile. Si accede tramite alcuni gradini che portano ad un portone in legno squadrato con al di sopra una grande finestra a doppio arco per l’ingresso della luce verso l’interno. Il profilo esterno lateralmente vede l’aggiunta delle cappelle, abbellite da colonne, archi e contrafforti, nonché altri due ingressi laterali affacciati verso il grande piazzale antistante. L’interno è formato da un’unica navata centrale suddivisa da archi in cinque campate che terminano con una luminosa, colorata e artistica abside che ospitano l’altare e la statua della Vergine.

Situata in una graziosa piazzetta al centro del paese, e risalente a metà del XVII secolo, sorge la chiesa di Sant’Antonio da Padova. L’edificio ha una pianta rettangolare con un una facciata piuttosto semplice in pietra a vista, un portone squadrato con al di sopra un primo cornicione orizzontale, una finestra rettangolare che permette l’ingresso della luce, sormontata da un secondo cornicione orizzontale che forma la base del timpano sovrastante sulla cui sommità si erge un campanile a vela. Internamente l’unica navata è suddivisa in tre campate, non ci sono cappelle laterali.

La chiesa di San Sebastiano si trova in una delle vie principali del paese, la S.S. 131 bis, antistante a un piccolo giardino. L’edificio risale al XVII secolo ed è importante perché ammesso vi è il convento dei frati Cappuccini ma di cui oggi si può visitare ben poco. Ha una grande facciata incorniciata da pilastri con pietra a vista che terminano in una copertura a due spioventi con delle rifiniture laterali, una piccola croce sulla sommità, e una più grande croce su una colonna proprio davanti all’ingresso del santuario. Il portone è squadrato e incorniciato in pietra a vista, di sopra del quale vi è una finestra rettangolare sormontata da una piccola nicchia. All’interno l’unica navata è suddivisa in tre campate e ci sono tre cappelle laterali con decorazioni e opere in legno.

Poco distante da questa chiesa ne sorge un’altra, quella di Santa Croce, risalente agli inizi del XVII secolo, è stata la sede della confraternita omonima ma anche dell’oratorio. L’edificio ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni fino ad arrivare alla forma odierna di pianta rettangolare che si estende in lunghezza per due vie del paese. L’esterno è in blocchi di pietra vista con alcune decorazioni, mentre la facciata a un portone squadrato incorniciato da colonne sono montato da un timpano e da una finestra rettangolare superiore. Internamente vi è un’unica navata suddivisa in tre campate, e custodisce diverse opere in legno, tra cui il pulpito, l’altare, e varie statue.

Il territorio di Thiesi è ricco di emergenze archeologiche databili a circa 6000 anni fa, come ad esempio le domus de Janas, di cui le più famose sono quelle di “Mandra Antine”, distanti circa 9 km dal centro abitato in direzione ovest. Si tratta di quattro necropoli, non tutte visitabili, di cui la tomba numero tre è sicuramente quella più interessante. E l’interesse è dato dagli elementi architettonici e decorativi presenti, come le pareti dipinte, in cui prevale il rosso ma anche il nero, il soffitto scolpito a voler raffigurare il tetto a capanna, una falsa porta su una parete e un focolare scolpito sul pavimento. Tutti elementi che riconducono alla spiritualità, religiosità, ma in qualche modo anche alla magia dei popoli che le abitavano.

Del periodo nuragico sono arrivate a noi circa una ventina di torri, di cui è diverse in buono stato di conservazione. Il nuraghe più interessante è forse quello chiamato “Fronte Mola” o “Su Saccu”, che è in realtà un protonuraghe, cioè uno di quei nuraghi appartenenti a un’epoca precedente rispetto alle costruzioni circolari più diffuse in Sardegna. E questo è addirittura di tipologia unica in Sardegna visto che si tratta di una costruzione rettangolare, anziché circolare, che presenta un corridoio e diversi ambienti, nonché una scala che porta al piano superiore, attualmente però privo di copertura.

Un altro ritrovamento archeologico molto interessante nel territorio di Thiesi è una sorta di altare cerimoniale nuragico che si trova in località “Monte ’e Mesu”, arrampicandosi quasi in cima all’omonimo rilievo. Si tratta di un grande blocco spianato in pietra di forma circolare con tre piccole vasche scavate in esso, due sono di forma quadrata e una di forma circolare. I tre contenitori si trovano in posizione ascendente e sono collegati tra di loro quasi come a voler far defluire il liquido da un recipiente all’altro. Per questo si ipotizza un suo antico utilizzo cerimoniale, ma niente può essere affermato con certezza in questo vasto territorio dove la magia si nasconde nei luoghi più impensabili.

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