TORRALBA

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO
Torralba è un paese della Sardegna nordoccidentale che fa parte della regione del Logudoro e più precisamente della subregione denominata “Meilogu”. Il suo territorio è prevalentemente collinare, il rilievo più alto è monte “Sa Cuguttada” che raggiunge 540 metri di elevazione si trova nella parte est del territorio segnando un tratto dell’intero confine orientale che Torralba ha con Mores.
Il confine a sud è invece con il territorio di Bonorva, ed è segnato per un piccolo tratto dal “Rio Mannu”, il fiume più importante di tutta la zona e che proseguendo sempre a sud ma verso ovest segna quasi per intero il confine con un altro paese, Giave.
Nella parte occidentale del territorio troviamo il secondo rilievo più alto, “Monte Mura”, un altopiano che supera i 500 metri di altitudine e si affaccia in posizione dominante verso i due paesi confinanti da quel versante, Cheremule e Borutta.
Infine, il confine settentrionale di Torralba è interamente col territorio di Bonnanaro. Due rilievi sono degni di nota nel territorio di Torralba, che sono in realtà due vulcani spenti. Il primo, “Monte Oes”, si trova a est del centro abitato, il quale sorge proprio sulle sue pendici, e grazie alle caratteristiche del substrato vulcanico rende i suoi terreni fertili e ricchi di sostanze minerali, essenziali per lo sviluppo delle piante, soprattutto quella da frutto che si trovano nei suoi versanti. Il secondo vulcano spento, “Monte Austidu”, dista alcuni chilometri dal centro abitato ed è stato sfruttato nel tempo come cava per l’estrazione e la lavorazione di pietra pomice.
Il territorio di Torralba ha vaste distese pianeggianti, con piccoli corsi d’acqua che vi scorrono, e quello più importante, il Rio Mannu, che lo attraversa in un’ampia porzione nella parte sudoccidentale. Queste distese sono punteggiate qua e là da alcune torri, se ne contano addirittura una trentina, e di tante si può apprezzare la forma circolare e il buono stato di conservazione, mentre altri sono esempi maestosi di costruzioni di oltre 3500 anni, talmente importanti da dare a quest’area il nome di Valle dei Nuraghi, e il complesso monumentale di Santu Antine, da molti considerata una reggia nuragica, ne è l’esempio più significativo.
IL PAESE
Visto dall’alto il paese di Torralba ha la forma di una mezzaluna con il centro storico nella parte più a ovest che si è sviluppato nelle vicinanze della chiesa parrocchiale di San Pietro, e caratterizzato da vie non molto larghe, pavimentate in lastricato, mentre l’espansione del paese verso est ha visto uno sviluppo più regolare di reti viarie ed edifici.
Il paese è attraversato per intero da quella che fino agli anni 70 del secolo scorso era la strada statale 131, l’arteria viaria più importante della Sardegna, e che nel suo tracciato toccava diversi paesi. Oggi la S.S. 131 ha un altro percorso ma in ricordo del suo passato, la strada principale di Torralba è stata intitolata a colui che in passato ha voluto la sua costruzione, e attualmente è la via Carlo Felice.
È proprio lungo questa via che a Torralba si trovano i più numerosi punti di interesse, tra cui le scuole, impianti sportivi, bar e luoghi di ristorazione, la piazza principale, il museo, una chiesa, e persino il cinema. Nella periferia ovest del paese c’è una bella fontana e l’antico lavatoio, e poco distante un’area di sosta camper attrezzata per ospitare viaggiatori che si spostano con questi mezzi.
LE ORIGINI E LA STORIA
Il nome di Torralba è spesso accostato a quello del Nuraghe di Santu Antine, eppure questi luoghi erano abitati ancora prima del periodo nuragico, e lo sappiamo dal ritrovamento di numerose domus de Janas, che portano indietro la datazione dei primi insediamenti umani intorno al 3500 a.C.
La successiva epoca nuragica, che iniziò intorno al 1700 a.C. e durò circa un millennio, ci ha consegnato sia decine di nuraghi monotorre o complessi, ma anche diverse tombe dei giganti e Dolmen. Non si sa se gli insediamenti umani siano proseguiti con continuità anche in epoca fenicia, mentre si può affermare con certezza che durante il periodo romano questi territori erano abitati, e lo si può notare ad esempio proprio nel complesso nuragico di Santu Antine, nei resti di edifici tipicamente romani e negli utensili ritrovati.
Come insediamento abitativo, le prime attestazioni dell’esistenza della villa di Torralba sono state datate intorno alla metà del XII secolo. Come pure gli altri territori circostanti, durante il medioevo anche Torralba faceva parte del giudicato di Torres, nel distretto, o curatoria, del Meilogu, fino alla caduta del giudicato avvenuta con la morte di Adelasia di Torres nel 1259.
Già da un secolo prima, la famiglia di mercanti genovesi dei Doria si trovava in Sardegna e grazie a conquiste territoriali strategiche e a matrimoni di convenienza con nobili famiglie sarde, nella fine del giudicato di Torres vide un vuoto di poteri e ne approfittò per accaparrarsi il prima possibile quei luoghi rimasti sprovvisti di governo, tra i quali il territorio di Torralba. Il loro dominio rimase saldo fino all’invasione aragonese avvenuta a partire dall’anno 1323.
Gli scontri con gli spagnoli andarono avanti per decenni e vedevano dall’altra parte i Doria combattere da soli o talvolta alleati con le truppe del giudicato di Arborea che sfociavano in vittorie ora dell’una, ora dell’altra parte, con l’alternarsi di periodi di supremazia doriana a quella arborense e a quella aragonese.
Figura chiave del giudicato di arborea era Eleonora, che si ritrovò a comando del giudicato e che sposò Brancaleone Doria, rafforzando l’unione di queste due famiglie contro gli aragonesi. Verso la fine del XIV secolo diverse vicissitudini stavano intaccando il giudicato, ed Eleonora d’Arborea firmò un trattato di pace che spartiva i territori tra gli arborensi e gli spagnoli.
Dopo la caduta del giudicato d’Arborea intorno al 1420, anche i rimanenti territori caddero nelle mani aragonesi, che completarono così la conquista dell’intera isola. Con gli spagnoli il sistema feudale si radicò profondamente nell’isola e numerosi passaggi di mano del territorio non fecero altro che inasprire le imposte che i grandi feudatari esigevano dagli abitanti, che stanchi delle continue vessazioni iniziarono a rivoltarsi contro questi potenti signori.
Il culmine avvenne con i moti antifeudali di fine 1700 e inizio 1800, grazie ai quali, a partire dagli anni 20 del XIX secolo, i re di Sardegna che si succedettero decisero di abolire il feudalesimo e di istituire la proprietà privata.
ETIMOLOGIA DEL NOME
Il nome della villa di “Toralba” appare per la prima volta in un documento risalente alla metà dell’XII secolo, mentre successivamente si riscontrano grafie come “Turalba”, o “Toralva”, fino all’odierno “Torralba”, che comunque ha un’etimologia da ricondurre alle due parole latine “Turris” e “alba” che significano appunto torre bianca con evidente riferimento alle torri nuragiche sparse nel territorio, che, secondo alcuni, viste da certe prospettive in alcuni periodi dell’anno dovevano risultare di un colore chiaro quasi bianco.
ECONOMIA
L’economia di Torralba è basata soprattutto su agricoltura e allevamento, particolarmente specie ovine, e bovine da latte e da carne. Il settore dell’edilizia è rappresentato da diverse imprese, e l’attività estrattiva della cava di pomice di Monte Austidu offre discreto lavoro seppure non continuativo, con le estrazioni che avvengono solo in determinati periodi.
Il settore dell’artigianato è poco sviluppato anche se alcune aziende eseguono lavorazioni del ferro.
Un settore particolarmente sviluppato è quello del turismo, che grazie ai monumenti naturali e archeologici attira ogni anno migliaia di visitatori, i quali possono beneficiare anche dei servizi di accoglienza in strutture ricettive per la ristorazione e il pernottamento.
FESTE E SAGRE
La festa patronale a Torralba è quella in onore di San Pietro Apostolo il 29 giugno, nella quale si svolgono principalmente i riti religiosi con la messa e la processione seguita da un piccolo rinfresco.
Il calendario delle festività inizia a gennaio, precisamente il 16 e il 17 con la celebrazione in onore di Sant’Antonio Abate, che si tengono nella chiesa campestre omonima poco distante dal centro abitato. La sera del 16 si accende un grande falò per ricordare il legame di questo Santo con il fuoco, e come da tradizione si prepara una grande favata, piatto caratteristico che viene offerto dal comitato organizzatore ai fedeli e alla popolazione. Il giorno successivo ha luogo la messa e riti religiosi.
Il 20 gennaio si tengono i festeggiamenti in onore di San Sebastiano, principalmente religiosi, con un pranzo offerto alla popolazione dal comitato organizzatore.
La festa più sentita e partecipata dagli abitanti di Torralba è quella in onore dello Spirito Santo che si svolge il lunedì successivo alla Pentecoste nell’omonima chiesa campestre distante circa 3 km dal centro abitato. I festeggiamenti religiosi prevedono delle messe e una importante processione a cavallo con i cavalieri che partono dal centro abitato e si dirigono verso il santuario foraneo facendo anche dei giri intorno ad esso in onore dello Spirito Santo. I festeggiamenti civili invece prevedono diverse giornate con manifestazioni ed eventi culturali e serate di musica, sfilate in costume, e balli tradizionali, e culminano con l’esibizione equestre delle pariglie acrobatiche in cui gli abili cavalieri mostrano le loro capacità nel governo del cavallo facendo acrobazie in piedi sulla sella.
A Torralba sono numerosi anche gli eventi non legati a feste religiose, con un calendario di manifestazioni che vanno ad alimentare il ricco calendario dell’Estate Torralbese.
Un importante appuntamento che ricorre ormai da più di 15 anni nel mese di novembre è la Mostra Micologica Regionale. Durante i tre giorni della mostra vengono esposte centinaia di specie di funghi raccolte in tutto il territorio regionale, e grazie agli esperti micologi le specie vengono classificate e descritte ai numerosi interessati che accorrono ogni anno, curiosi di avvicinarsi o di estendere sempre di più le loro conoscenze sullo sterminato regno dei funghi.
GASTRONOMIA
La gastronomia di Torralba è fortemente legata ai prodotti del territorio e quindi ai derivati delle coltivazioni di grano un tempo fiorenti e agli allevamenti di bestiame da carne.
Con le farine di grano si ottengono dei prodotti di pasta, come gli gnocchetti e i ravioli con ripieno di ricotta, mentre dagli allevamenti sono tipici gli arrosti di maiale e di agnello, ma anche la pecora cucinata bollita, e accompagnata da un tipo di pane cucinato nello stesso brodo.
I dolci tipici sono legati alle ricorrenze sia civili che religiose come, ad esempio, le frittelle per il carnevale, o le “casadinas” e “tericas” preparate in occasione della Pasqua.
CHIESE E ARCHEOLOGIA
La chiesa parrocchiale di Torralba è quella di San Pietro. Costruita nella periferia ovest del paese intorno al 1615 nei pressi di un impianto preesistente, di età medievale risalente al XIII secolo, intitolato in origine a Santa Maria. Lo stile è gotico ma anche rinascimentale e i lavori di ristrutturazione ci restituiscono una facciata semplice con due contrafforti laterali obliqui, e un portone squadrato sovrastato da un timpano e da un rosone. Il tetto è a due spioventi con una croce in pietra sulla sommità. Il campanile laterale è a pianta quadrata con sommità piramidale. Attraverso alcuni gradini si accede verso l’interno, costituito da un’unica navata centrale suddivisa da archi in tre campate che si aprono su altrettante cappelle laterali per ogni lato. L’altare e la pala sono in legno e al suo interno ospita le statue di diversi santi e preziosi dipinti.
Lungo la via principale nel centro del paese, si trova la chiesa di Santa Croce. La sua costruzione risale alla seconda metà del XVII secolo. Esternamente è una struttura massiccia con una facciata incorniciata alle estremità da blocchi in pietra, ripresi anche sul portone squadrato e sul grande arco e il rosone soprastanti. Le pareti laterali sono sostenute da contrafforti che sorreggono anche i due archi interni che dividono l’unica navata interna in tre campate. Non sono presenti cappelle laterali.
Nella periferia settentrionale di Torralba, poco fuori il centro abitato, sorge la chiesa di Sant’Andrea, che risale al periodo romanico, datata al XI secolo, anche se alcune teorie la datano addirittura a tre secoli prima. La curiosa struttura bicolore è composta da due costruzioni, di cui la più antica è in blocchi di trachite scura, a cui è stata successivamente aggiunta una seconda struttura di blocchi in calcare chiaro. Vi si accede da un portone ad arco nella parete laterale, e all’interno si nota la distinzione dei due ambienti costruiti in epoche successive e collegati da un passaggio ad arco.
A Torralba sono presenti anche diverse chiese campestri, alcune delle quali in buono stato di conservazione, altre invece abbandonate e ridotte a ruderi, come quella di San Giorgio e di Santa Vittoria. Tre sono invece quelle ancora utilizzate come luogo di culto.
A circa 2 km dal paese, su un altopiano chiamato “Mura”, sorge la chiesa si Sant’Antonio Abate. Risalente al XVII secolo, l’odierno santuario prende il posto di una chiesetta più antica che doveva essere il centro religioso di un villaggio scomparso. L’edificio si presenta come una imponente costruzione in blocchi calcarei a vista. La facciata è a capanna con un campaniletto a vela che sovrasta la sommità, una finestra rettangolare e sotto un grande portone squadrato incorniciato fra due colonne e un timpano. Esternamente si possono vedere i contrafforti che sorreggono gli archi interni che suddividono l’unica navata in campate da cui si aprono due cappelle laterali.
Distante circa 3,5 km dal centro abitato di Torralba sorge la chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas, in località omonima, e risalente al periodo medievale, costruita in stile romanico verso il XII secolo e con aggiunte il secolo successivo. La struttura è in blocchi calcarei con alcuni inserti di blocchi in trachite che danno un tocco di colore più scuro. La facciata in pietra a vista è decorata con quattro semicolonne e archetti che seguono tutta la sua larghezza e proseguono nelle pareti laterali. Il portone è squadrato e dà verso l’interno composto da una navata unica suddivisa da tre archi in campate con copertura a volta in pietra scura.
La terza delle chiese campestri è quella dello Spirito Santo, distante circa 3 km dal centro abitato. Risale al XVII secolo ed è stata costruita nei pressi dei resti di un nuraghe che prende la stessa denominazione della chiesa e della località in cui si trova. La struttura è in pietra a vista con blocchi di calcare alternati a trachite. La facciata è decorata da due semicolonne con capitelli alle estremità e si estende lateralmente verso due contrafforti, che caratterizzano anche le pareti laterali. Il timpano copre l’intera larghezza della facciata e le decorazioni si trovano anche nell’architrave che sormonta il portone d’ingresso che conduce a una navata unica interna.
Da un punto di vista archeologico, il paese di Torralba è spesso accostato alla reggia nuragica di “Santu Antine”, e ovviamente non potrebbe essere altrimenti vista la maestosità di questo complesso, avendo un’importanza tale da oscurare quasi gli altri nuraghi presenti sul territorio, seppure ben conservati, come ad esempio i nuraghi “Ruju”, “Longu”, Culzu”, solo per citarne alcuni.
Uno dei Dolmen meglio conservati dell’intera zona è quello noto come “Su Crastu Covaccadu”, che in italiano sta a significare “la pietra coperta”, l’importante esempio della cultura megalitica, costituito da grossi blocchi di trachite aventi come copertura una grossa lastra in pietra del peso di diverse tonnellate, che mostra l’impressionante abilità costruttiva degli uomini di quel tempo.
Sempre nella zona conosciuta come Valle dei Nuraghi, a Torralba si trovano i resti di una tomba dei giganti denominata “Sa Pedra Longa”, di cui si può ancora apprezzare la stele, un grosso monolite scolpito di forma allungata infilato verticalmente nel terreno, e il basamento dell’esedra che costituiva il monumento originario.
È sufficiente notare com’è stata chiamata questa distesa, “Valle dei Nuraghi, per capire l’importanza di questo territorio e i tesori che racchiude, testimoni di epoche misteriose antiche di millenni, per i quali non sempre si possono dare interpretazioni razionali.
SUL TERRITORIO
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