TULA

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO
Il paese di Tula si trova nella Sardegna centrosettentrionale, non molto distante dalla costa nord, circa 25 km in linea d’aria, ricade nella regione del Logudoro, e al suo interno nella sotto regione del Monte Acuto. Il suo territorio, che si estende longitudinalmente da nord verso sud, è considerato prevalentemente collinare, ma presenta anche differenze altimetriche notevoli.
La parte nordoccidentale del territorio, che confina con Erula, è caratterizzata da una catena montuosa che supera abbondantemente i 600 metri di altitudine, con la punta più alta, il monte Su Castedduzzu, a 701 metri. Si trovano qui i boschi più estesi del territorio di Tula, tra pini, querce, olivastri e arbusti di macchia mediterranea. E sempre su questi rilievi, grazie proprio alla loro altitudine, è stato costruito il parco eolico “Sa Turrina Manna” che spicca sull’altopiano anche da lunghe distanze.
Infine, la conformazione di questa parte di territorio, la sua bellezza paesaggistica, e la viabilità creata per raggiungere le diverse parti dei boschi presenti sono state scelte ormai da anni come tappa fissa per le competizioni automobilistiche del rally di Sardegna e del campionato mondiale WRC.
Tula confina a sud-ovest e a sud con Ozieri, e il confine meridionale è segnato dal corso d’acqua “Riu su Rizzolu” che va a immettersi nel lago artificiale del Coghinas. La parte meridionale e sud-orientale del territorio di Tula ha una conformazione completamente diversa da quella settentrionale, essendo caratterizzata da vaste distese pianeggianti e terre fertili che hanno consentito negli anni lo sviluppo dell’agricoltura, e i toponimi delle località, per esempio “su Campu” (il campo), o “su Pianu” (il pianoro), descrivono appieno le sue peculiarità.
I corsi d’acqua che si immettono nel lago Coghinas sono molto numerosi sia a sud che a est e una buona parte del confine orientale che Tula spartisce con Oschiri si trova proprio in mezzo al lago.
L’ultimo paese confinante con Tula per un breve tratto a nord è Tempio Pausania, da cui lo separa il fiume Coghinas, principale affluente da nord dell’omonimo lago.
IL PAESE
Come pure per la forma dell’intero territorio, anche il profilo del centro abitato segue un andamento sviluppato da nord verso sud.
Il centro storico originario si trova nella parte nord e si è sviluppato intorno alla chiesa parrocchiale di Sant’Elena. L’architettura del centro è abbastanza semplice, con edifici che non superano i tre piani di altezza, mentre l’estensione del paese verso sud ha visto nascere reti viarie più regolari e strutturate con maggiori spazi per le strade, piazze, e per le abitazioni.
Il centro abitato è molto grazioso e ordinato, sono presenti diversi parchi e spazi verdi, centri sportivi, statue e fontane.
L’intero paese è attraversato dalla strada provinciale 2 che lo collega verso sud con la strada statale 729 verso Olbia, e con la strada statale 672 che porta a Tempio Pausania in direzione nord.
Il paese di Tula ha una frazione chiamata Sa Sia a nord del centro abitato e distante circa 10 km da esso dove oggi risiedono pochi abitanti.
LE ORIGINI E LA STORIA
I ritrovamenti archeologici nel territorio di Tula ci indicano l’esistenza certa di insediamenti umani fin dal periodo neolitico, quando in Sardegna si diffusero le domus de Janas per i culti funerari. Ne sono esempio le tombe di “sa Mandra Manna”, in un complesso archeologico che include anche una muraglia megalitica, e dei nuraghi poco distanti, che testimoniano la presenza antropica sul territorio anche nell’epoca successiva, dei quali i nuraghi s’Arroccu, sa Pigalva, Ruju e Mannu sono tra quelli rimasti nelle condizioni migliori.
Le epoche successive hanno consegnato a noi delle monete che prima punici e cartaginesi, e poi romani utilizzavano per i loro scambi commerciali.
Durante il medioevo si ha notizia di diversi villaggi nel territorio di Tula di cui uno, Orvei, doveva essere nell’altopiano di “Su Sassu” nei pressi dell’odierno centro abitato. Anche l’area archeologica di “Sa Mandra Manna” probabilmente era interessata da un insediamento abitativo, e anche poco più a nord, in una zona ora sommersa dalle acque del lago Coghinas, sono stati trovati i resti di un villaggio, chiamato Ossuna, insieme ai ruderi della chiesa di San Pietro. Un ultimo villaggio che risulta in documenti storici era quello di Lesanis. Per diversi motivi, tra cui la ricerca di terreni più fertili, ma anche per non rinunciare alla vista panoramica sulle valli sottostanti, e quindi al controllo del territorio, le popolazioni hanno scelto di abbandonare questi villaggi e trovare una via di mezzo fondando quello che oggi è il centro abitato di Tula.
Durante il periodo medievale, Tula faceva parte del Giudicato di Torres nella curatoria del Monte Acuto fino al 1259, anno in cui il giudicato cessò di esistere, per poi diventare possedimento della famiglia genovese dei Doria, che si stavano piano piano impossessando di territori sempre più estesi. Circa un secolo dopo, il matrimonio di convenienza tra Eleonora d’Arborea e Brancaleone Doria portò a inglobare il territorio di Tula nel Giudicato di Arborea intorno all’ultimo quarto del XIV secolo. La presenza degli aragonesi in Sardegna si stava però facendo sempre più fitta, e dopo diverse lotte riuscirono a portare il loro controllo su tutta l’isola intorno al 1420, anno in cui anche Tula divenne feudo catalano, e fu governata da questi potenti feudatari per circa quattro secoli, fino ai primi anni del XIX secolo, quando venne abolito il feudalesimo e le terre restituite alla proprietà privata.
ETIMOLOGIA DEL NOME
L’origine del nome Tula è da riferirsi alle caratteristiche dei suoi territori, soprattutto quelli fertili a valle, e già la parola “Tula” si usava ai tempi preromani per indicare una porzione di terra lavorata per la semina. Ma anche l’epoca successiva caratterizzata dall’uso del latino ritrova una simile parola “Tabula” che indicava un appezzamento di terreno.
Per quanto riguarda la frazione “Sa Sia” invece si ipotizza che il nome derivi dal vocabolo con cui in sardo antico si indicava la “via”, intendendo una strada di comunicazione, e per assonanza tra sia e via, l’ipotesi può essere verosimile. La “via” a cui ci si riferisce era probabilmente quella che passava nei pressi della chiesa di San Pietro e che conduceva ai territori del nord Sardegna.
ECONOMIA
L’economia di Tula è basata in gran parte sull’agricoltura e l’allevamento del bestiame, in misura minore su industria e artigianato. L’agricoltura è favorita dalla fertilità dei suoli, adatti per la coltivazione di cereali, ortaggi e olivi, ed è presente anche una realtà che produce sementi e mangimi per animali. Il settore dell’industria e artigianato vede una forte produzione di manufatti in legno, ferro e alluminio. Sono presenti, inoltre, aziende agricole di trasformazione dei prodotti, come per la produzione di marmellate o formaggi.
Il lago Coghinas in tempi recenti sta vedendo un incremento delle attività, sportive, culturali, e turistiche, che producono un indotto economico di discrete dimensioni. A esso è legato il settore del turismo, sono infatti diverse le strutture che offrono ristorazione e ospitalità, anche con possibilità di pernottamento.
FESTE E SAGRE
La festa patronale di Tula è quella in onore di Sant’Elena che ricorre il 21 maggio, ma le celebrazioni durano diversi giorni e prevedono dei festeggiamenti sia religiosi, con la messa e la processione di fedeli che accompagnano la statua della Santa per le vie del paese, a cui segue un rinfresco, e si festeggiamenti civili con giornate di manifestazioni sportive nel lago del Coghinas e serate di canti e balli tradizionali, con artisti importanti anche a livello nazionale.
Il 29 giugno, nella chiesa campestre di San Pietro Apostolo nella frazione Sa Sia, si tengono le celebrazioni per questo Santo, che prevedono i riti religiosi con la messa e la processione in costume tradizionale sardo, e manifestazioni ed eventi civili con canti in lingua sarda e balli folkloristici.
La festa della Madonna del Monte si tiene l’ultimo sabato di luglio in località “Sa Ruinosa” nell’altopiano di “Su Sassu”, dove si celebra la messa all’aperto davanti alla statua della Madonna, seguita da una cena per tutti i partecipanti accorsi in preghiera, che possono così godere di un momento conviviale e animazione con balli e canti.
Il giorno 8 settembre si tengono invece i festeggiamenti per la Madonna di Coros nella chiesa romanica a est del centro abitato. Negli ultimi anni a questa festa è stata abbinata quella di San Giuseppe, che a Tula si celebra il 9 settembre. In realtà i festeggiamenti iniziano qualche giorno prima e comprendono sia i riti religiosi quali la messa e la processione, e i riti civili che prevedono spesso eventi sportivi sia in paese che al lago, ma anche serate musicali con canti e balli.
Per quanto riguarda le sagre che si svolgono a Tula, in primavera si svolge la manifestazione enogastronomica chiamata “Beranu in Tula”, dove si possono assaggiare prodotti tipici locali accompagnati da degustazioni di vini ed esibizioni musicali.
Ai primi di luglio si svolge invece la sagra della zuppa di finocchietto di Tula, il piatto tipico locale, anche in questo caso la manifestazione è accompagnata da gruppi folk e animazione durante la serata.
Agli inizi di agosto, generalmente il primo sabato, si tiene la sagra della carpa, dove si possono fare delle degustazioni su questa specie ittica molto diffusa nel lago Coghinas, ma anche altri piatti sempre a base di pesce.
GASTRONOMIA
La gastronomia tipica di Tula è legata a ciò che offre la terra, sia per la sua coltivazione che per i pascoli che nutrono il bestiame. Il primo piatto più comune sono dei piccoli gnocchetti fatti a mano e conditi soprattutto con ragù, chiamati “maccarrones a ungeddas”.
Gli ortaggi hanno un posto di rilevanza nella cucina di Tula, e il finocchietto è forse quello più rappresentativo, soprattutto nella zuppa di finocchietti, per la quale si svolge anche una sagra.
Per quanto riguarda il settore dolciario, oltre ai comuni dolci che si trovano anche in altre parti dell’isola, a Tula, per la ricorrenza della Pasqua, si prepara “sa Cozzula ’e s’ou”, una sorta di pane decorato con al centro un uovo che viene inglobato con strisce di pasta.
Un altro dolce tipico di Tula è “s’Aligu”, che ottiene con un impasto di semola, acqua, mandorle, miele e scorze d’arancia, che viene infornato, fatto raffreddare, tagliato a rombi e avvolto da foglie di limone, che conferiscono sia sapore che freschezza al dolce.
CHIESE E ARCHEOLOGIA
La chiesa parrocchiale di Tula è intitolata a Sant’Elena Imperatrice. Si trova nel centro del paese e risale agli ultimi anni del XIX secolo, edificata sulla pianta della precedente chiesa parrocchiale. I materiali di costruzione sono blocchi di trachite a vista per la facciata e il campanile a sezione quadrata, mentre le altre pareti sono intonacate e pitturate. La facciata è più alta al centro e più bassa ai fianchi, con delle semicolonne che vanno quasi a incorniciare la parte centrale e che si ergono per tutta la sua altezza, terminando con dei pinnacoli. Un pinnacolo si trova anche sulla sommità centrale, con al di sopra una croce in ferro. Il portone ad arco ha due da colonnine laterali e un timpano soprastante, e ha al di sopra un grande rosone. I due fianchi laterali, di altezza inferiore, hanno anch’essi dei pinnacoli alle estremità e due nicchie, una per parte che ospitano due statue, quella di San Pietro e quella di San paolo. Un motivo ad archi segue il cornicione superiore in tutta la sua larghezza. Una scalinata conduce all’interno della chiesa, costituita da una navata centrale e due navate laterali, separate da pilastri e archi.
A est rispetto al centro abitato sorge la chiesa della Madonna di Coros. Le prime attestazioni scritte su questo santuario risalgono al 1175, pertanto la sua costruzione era sicurante anteriore a questa data. Un recente intervento di restauro ha rivestito completamente l’edificio con nuovi blocchi in trachite, lasciando solo l’abside nei suoi materiali originari. La facciata è alta e due semicolonne poste alle estremità ne delimitano il profilo, mentre altre due più strette sono ai lati del portone squadrato. Il cornicione superiore a due spioventi è abbellito da un motivo ad archetti che prosegue anche nelle pareti laterali e in quella retrostante. L’interno è composto da un unico ambiente.
Della chiesa originaria di Santa Croce situata nella periferia nord del paese oggi rimane solo una cappella con un crocifisso del XVII secolo che viene adoperato per le funzioni della Settimana Santa.
L’ultimo santuario religioso nel territorio di Tula si trova nella frazione Sa Sia, ed è la chiesa campestre di San Pietro Apostolo. La sua costruzione avvenne intorno al 1930 in sostituzione di una chiesa che si trovava più a valle e che dopo lo sbarramento che ha creato il lago Coghinas risultava sommersa dalle sue acque. L’edificio è di modeste dimensioni e di architettura semplice con una cappella a capanna affiancata da una sagrestia.
Per quanto riguarda la presenza di beni archeologici nel territorio di Tula, sono state rinvenute alcune domus de Janas e svariati nuraghi, questi ultimi soprattutto nella parte meridionale e orientale del territorio.
Il più importante complesso archeologico di Tula è probabilmente quello che si trova nell’area di “sa Mandra Manna” e racchiude una moltitudine di realizzazioni appartenenti a diversi periodi storici, includendo una domus de Janas, un nuraghe, una tomba dei giganti, un dolmen e due menhir, sebbene oggi questi siano in posizione orizzontale. Da ultimo ma non per importanza, la lunga muraglia che si estende per diverse decine di metri, e dà il nome al complesso archeologico. “Mandra manna” in sardo vuol dire “grande recinto” e possiamo sicuramente affermare di ammirare un museo a cielo aperto di cui qualcosa è già stata scavata, ma si ipotizza che molto altro sia ancora da scoprire.
SUL TERRITORIO
Nuraghe
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