VILLANOVA MONTELEONE

LOCALIZZAZIONE E TERRITORIO
Villanova Monteleone si trova nella parte nord-occidentale della Sardegna poco distante da due importanti città, Alghero e Sassari. Con i suoi 210 Km quadrati, risulta per estensione uno tra i comuni più grandi della Provincia di Sassari. La varietà degli elementi naturali rende il territorio di questo paese particolarmente interessante, è considerato prevalentemente collinare, eppure ha sia dei tratti montuosi con rilievi che superano i 700 metri, ad esempio Pedra Ettori di circa 718 metri, sia dei tratti costieri anche abbastanza lunghi, che costituiscono l’intero litorale occidentale, bagnato dal mare di Sardegna. All’interno dei suoi 14 km di costa che formano il litorale di Villanova Monteleone, troviamo piccole insenature formate da sabbia finissima che si alternano a scogliere, falesie e sentieri selvaggi a tratti inaccessibili, che partono da nord con la famosa spiaggia di “Poglina” conosciuta anche come “La Speranza”, al confine con Alghero, fino ad arrivare alla piccola insenatura di ciottoli in località “Sa Murena” al confine meridionale con Bosa.
La varietà e l’importanza ambientale, con i suoi habitat naturali, con la flora e la fauna presenti, ha fatto sì che una vasta parte del territorio Villanova Monteleone, insieme ad altri comuni, ricadesse all’interno di un Sito di Interesse Comunitario (SIC), denominato “Entroterra e zona costiera tra Bosa, Capo Marrargiu e Porto Tangone”, istituito dall’Unione Europea in concerto con la Regione Autonoma della Sardegna.
Sono diverse le specie endemiche di flora che caratterizzano la fascia costiera, come ad esempio la ginestra Sardo-Corsa, il rosmarino costiero, la menta e il timo di Sardegna, l’elicriso, l’erba Gattinara, l’agrifoglio, l’alloro, soprattutto lungo i corsi dei torrenti e molte altre piante. Anche la fauna presente nel territorio di Villanova Monteleone ha un’importanza cruciale nella conservazione della biodiversità, ai mammiferi terrestri come il riccio, la lepre e il coniglio selvatico, la donnola, il cinghiale, la volpe e il gatto selvatico, si affiancano i numerosi volatili rapaci, tra cui spiccano i diversi esemplari di aquila reale presenti nel territorio. Ricordiamo la presenza della pernice sarda e della gallina prataiola, presente nelle pianure erbose e negli ambienti steppici. Rammentiamo infine la presenza e l’importanza dell’avvoltoio grifone, specie stanziale con l’unica colonia naturale presente in Italia, localizzata nel territorio del Comune di Bosa, rapace di grosse dimensioni con il suo metro di altezza e 3 metri di apertura alare, è un vulturide necrofago che si nutre specialmente di carcasse di animali in decomposizione.
Particolarmente protetto, ha rischiato l’estinzione, ma oggi grazie a diverse forme di protezione e di reintroduzione in natura sta ripopolando diverse aree della Sardegna. Per quanto riguarda i monumenti naturali, sempre all’interno dell’area SIC, almeno due sono degni di nota, la famosa “Rocca Pinta” spunta su un costone che si affaccia sul mare, una parete formata da ceneri vulcaniche solidificate che danno alla falesia l’aspetto di un paesaggio quasi lunare. L’altro monumento particolare è una gola chiamata “S’Istrampu de su Segnore”, ricavata nelle rocce vulcaniche grazie ai fenomeni di erosione durati millenni, dove nei mesi più piovosi si forma una cascata di 35/40 metri e “Sa Rocca de Impicainos”.
Il lungo confine settentrionale diviso con Alghero, Putifigari e Ittiri è caratterizzato da terreni pianeggianti che si alternano ad altopiani. Villanova Monteleone confina a est con Thiesi per un breve tratto, con Romana e con Monteleone Rocca Doria, comune con il quale ha in comune diversi lembi del lago artificiale Diga Alto Temo. Il confine sudorientale si ha invece con il territorio di Padria, dove troviamo un altro importante sito naturalistico: il Monte Minerva. Un rilievo che raggiunge quasi 650 metri di altitudine con alla sommità un vasto altopiano di circa 150 ettari dove sulla punta estrema rivolta a nord-ovest ricordiamo la presenza di un nuraghe monotorre di avvistamento (Concarados), dove sono visibili 4/5 file di conci da cui si può godere di un panorama mozzafiato a perdita d’occhio.
Quest’oasi naturalistica è caratterizzata da boschi fitti, formati soprattutto da lecci, roverelle, sughere e da ripide pareti verticali in trachite, ma anche da manufatti a opera dell’uomo come il complesso del Palazzo Minerva che ospita edifici che hanno scopo culturale ma anche destinati alla ristorazione e all’aggregazione sociale.
Oltre che con Padria, Villanova Monteleone confina con i Comuni di Bosa e Montresta.
IL PAESE
Visto dall’alto il paese di Villanova Monteleone appare come una striscia lunga e stretta che si estende da nord-ovest verso sud-est ed è attraversato per intero dalla via Nazionale, che è anche la S.S. 292, che mette in collegamento il paese a nord con Alghero e che verso sud arriva addirittura ad Oristano.
Il paese ha una pianta piuttosto irregolare, che si sviluppa in pendenza sul costone che lo ospita, ed è caratterizzato da vie strette, talvolta lastricate, slarghi, piazzette e scalinate. Case in pietra a vista novecentesche si alternano a costruzioni in stile liberty, mentre molti degli impianti abitativi si sviluppano su più piani, seguendo appunto l’andamento in altezza dell’abitato. Il paese ospita anche degli edifici di una certa importanza, come ad esempio l’odierno Palazzo Comunale, risalente alla seconda metà del XVIII secolo, che un tempo ospitava l’abitazione del Conte Minerva e il palazzo conosciuto come “Palatu ’e Sas Iscolas”, costruito alla fine del XIX secolo per ospitare le scuole, ha avuto quella funzione fino agli anni ‘80 del secolo scorso, oggi è sede di un centro culturale.
A breve distanza da questo edificio sorge un altro palazzo in stile Liberty risalente agli inizi del secolo scorso e conosciuto come “Sa Domo Manna”. Oggi ospita il museo etnografico intitolato a Sebastiano, detto Bastià Pirisi, con un’esposizione permanente di oggetti e utensili legati alle attività agropastorali di un tempo, come la trasformazione dei prodotti derivanti dalla terra, quali grano e latte, la filatura dei tessuti. Il museo ospita anche degli ambienti dedicati al famoso poeta estemporaneo Remundu Piras.
Il paese è abbellito da numerosi murales, raffiguranti soprattutto scene di vita quotidiana.
LE ORIGINI E LA STORIA
I siti archeologici arrivati fino ai giorni nostri testimoniano una presenza umana nel territorio di Villanova Monteleone che risale al neolitico recente. Sono state ritrovate numerose Domus de Janas, tombe dei giganti, dolmen e menhir. Anche l’epoca nuragica ci ha lasciato numerose strutture complesse e a torre circolare, alcune ancora in buono stato di conservazione e altre con i resti dei villaggi circostanti. Sicuramente il territorio fu abitato anche durante l’epoca bizantina e romana, però non esistono documentazioni certe su una continuità temporale degli insediamenti. Alcune ipotesi datano la fondazione del primo centro abitato di Villanova intorno alla metà dell’XI secolo, anche se si trattava di diversi piccoli villaggi indipendenti tra loro. Durante il periodo giudicale, Villanova apparteneva al giudicato di Torres sotto il distretto o “curatoria” di Nurcara. Dopo la caduta del giudicato avvenuta nel 1259, il territorio passò nelle mani della famiglia genovese dei Doria e vi rimase per alcuni decenni, almeno fino all’invasione aragonese del 1323 che segnò l’inizio di una lunga battaglia tra sardi e spagnoli che si protrasse per circa un secolo. Le guerre, le carestie, e le malattie portarono allo spopolamento della villa.
Un avvenimento storico importante fu quello del 1582, quando un folto gruppo di pirati turchi provenienti dal mare risalirono la costa e aggredirono gli abitanti di Villanova Monteleone, molti dei quali vennero catturati e presi in schiavitù. Fu grazie ad un barone di Putifigari, Pietro Boyl, che gli abitanti di Villanova organizzarono una reazione contro l’attacco turco approfittando delle asperità di un rilievo che da allora prende il nome di “Pedra Ettori” per celebrare appunto la difficile vittoria. Gli anni seguenti videro il dominio degli spagnoli che perdurò fino ai primi anni del XVIII secolo, a cui seguì la dominazione sabauda fino ai moti antifeudali di fine Settecento che si conclusero circa quarant’anni dopo con l’istituzione della proprietà privata.
ETIMOLOGIA DEL NOME
La prima attestazione scritta del nome di Villanova è in un documento che risale al 1364. Tale nome risulta essere formato da due parti “Villa” e “Nova” ad indicare un insediamento, un villaggio nuovo di nuova formazione. La regione storica era il Nurcara, in origine Nurkar, una Villa Nova della regione del Monteleone. Anche questa seconda parte del nome è formata a sua volta da due parti, “Monte” e “leone” (montagna del leone), riferita a Brancaleone Doria, appartenente alla famiglia dei grandi feudatari di quel periodo storico.
ECONOMIA
L’economia di Villanova Monteleone ha i suoi capisaldi nell’agricoltura e nell’allevamento. Le attività agricole in passato servivano per la produzione di frumento e di grani per il sostentamento degli animali mentre in tempi più recenti molti di questi terreni sono stati adibiti a pascolo e le attività agricole erano più che altro vigneti e oliveti, anche se a livello familiare.
Un’importante fonte di reddito è la sughericoltura, grazie alla presenza di vasti boschi di querce da sughero e di abili estrattori delle plance, che vengono spedite per la loro lavorazione anche all’estero.
La fetta più ampia dell’economia villanovese si basa invece sull’allevamento del bestiame, soprattutto ovino, anche se c’è una forte consistenza di bestiame bovino, suino ed equino. Il cavallo è stato sempre un animale pregiato per questo paese, si allevano principalmente anglo-arabi sardi da competizione con ottimi risultati anche a livello nazionale, con abili cavalieri che tramandano la tradizione.
Legata al territorio è forse l’industria più importante del paese, la Cooperativa Allevatori Villanovesi, che ogni anno trasforma milioni di litri di latte in formaggi di vari generi e li esporta in tutto il territorio nazionale ed estero.
L’artigianato è legato soprattutto al settore tessile con diverse produzioni artigianali di tappeti, coperte, tendaggi, ma anche accessori di abbigliamento.
Il settore dell’accoglienza turistica si è molto sviluppato soprattutto in tempi recenti grazie alla nascita di numerose strutture di tipo ricettivo, come bed and breakfast e agriturismi.
FESTE E SAGRE
Il santo patrono di Villanova Monteleone è San Leonardo da Limoges, che ricade il 6 novembre ma viene festeggiato il giorno 11 giugno, con la presenza di un comitato composto dai “fedales” (coetanei) cinquantenni.
Durante il mese di giugno vengono onorati anche altri due santi molto importanti, San Giovanni Battista i giorni 23 e 24, e San Pietro e Paolo i giorni 28 e 29. Per entrambe queste celebrazioni la tradizione voleva che si accendessero dei falò e che si svolgessero dei riti ormai appartenenti al passato.
L’ultima domenica di luglio ricorrono i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, il santo patrono dei giovani, il comitato organizzatore dei festeggiamenti è appunto formato da giovani che si occupano dei riti civili e religiosi.
Anche agosto è un mese ricco dal punto di vista delle feste. La seconda domenica di agosto si celebra la Madonna della Strada, mentre i giorni del 28 e 29 è la volta dei festeggiamenti per San Giovanni Battista, patrono dei pastori, che viene onorato nella chiesa della Vergine di Nostra Signora di Interrios. È una festa molto sentita dalla popolazione visto anche l’alto numero di allevatori in paese, le celebrazioni comprendono dei riti religiosi tra cui una importante processione a cavallo per accompagnare il Santo, e dei riti civili con manifestazioni culturali, tra cui gare di poesia, di cui Villanova Monteleone è la culla, ma anche esibizioni musicali e serate di folklore.
Sempre lo stesso santuario di Interrios pochi giorni dopo, precisamente il 7 e l’8 settembre è teatro della festa delle Marie. Il giorno 7 si tiene la veglia e i vespri solenni che sono chiamati “Bizzadolzu”, mentre il giorno successivo vi sono diversi momenti di preghiera con le messe in onore della Vergine, anche in questo caso le celebrazioni civili includono un’importante processione a cavallo.
A Villanova Monteleone non mancano le sagre e altri avvenimenti culturali non direttamente legati a festeggiamenti religiosi. La manifestazione chiamata “Chenamos in Carrela”, a cura della Proloco, ormai da anni, durante il periodo primaverile estivo, propone eventi culturali e di aggregazione sociale accompagnati da laboratori, come ad esempio quello sul grano e dei suoi derivati, o quello sul riconoscimento delle erbe spontanee del territorio, il tutto accompagnato da appuntamenti enogastronomici con prodotti tipici locali.
Vista la forte tradizione equestre, ad agosto viene organizzata dall’Associazione Ippocad la tappa circuito allevatoriale Mipaaf presso il centro ippico comunale Antonio Sechi.
Sempre nel periodo estivo si svolge la Sagra della Pecora, cucinata principalmente bollita, ma anche con ricette diverse e particolari a sua volta proposte dagli organizzatori.
Infine, non poteva certo mancare il premio di poesia dedicato al poeta che ha fatto la storia di Villanova Monteleone, Remundu Piras, nel quale nuovi aspiranti poeti si sfidano esprimendo le loro doti su racconti e battute in versi estemporanei, considerati da molti una vera e propria espressione artistica.
GASTRONOMIA
I piatti tipici di Villanova Monteleone sono fortemente legati ai prodotti derivanti dal territorio. Dagli allevamenti di bestiame si ottengono ottimi tagli di carni bovine e suine, cucinati in diversi modi, tra cui spiccano gli arrosti, senza dimenticare le carni ovine, come ad esempio la pecora, cucinata bollita. Dal maiale si ottiene invece una pietanza caratteristica, che è una sorta di salsiccione ripieno con diverse parti e ritagli di carne dell’animale, che viene prima sbollentata e poi cucinata arrosto, chiamata “Su Meltzau”.
La produzione artigianale di formaggi spazia dal classico pecorino che può essere consumato fresco o stagionato, a formaggi caprini e vaccini, come ad esempio la peretta chiamata in sardo “Casizolu”. In tempi passati quando erano floride le piantagioni di grano si producevano delle farine che davano diversi tipi di pane, alcuni a lunga conservazione e per questo scelti dai pastori durante i periodi più lunghi di lontananza da casa. Derivanti dal grano sono anche altre ricette a base di pasta, tra cui gli gnocchetti e i ravioli.
Anche i dolci tipici sono abbastanza numerosi, dai biscotti classici ai “papassini”, alle “casadinas” e “tericas”.
CHIESE E ARCHEOLOGIA
Lungo la via Nazionale, affacciata sulla piazza principale, sorge la chiesa parrocchiale di San Leonardo Limoges, l’edificio risale al XVI secolo ed è stato costruito in stile gotico catalano, è stato oggetto di ristrutturazioni, anche in tempi recenti. Una di queste è stata abbastanza importante visto che ha ridotto le dimensioni della chiesa portando la facciata più verso l’interno e lasciando in questo modo maggiore spazio alla piazza antistante.
La facciata molto semplice pitturata di bianco è decorata con due cornicioni orizzontali e quattro semicolonne, di cui le due all’estremità raggiungono il cornicione superiore di forma curvilinea. Il portale è squadrato e ha al di sopra una finestra rettangolare, mentre il campanile di forma quadrata è suddiviso in altezza in diversi settori. All’interno il santuario presenta una navata unica sostenuta da archi e suddivisa in quattro campate, con alcune cappelle laterali.
Sempre sulla via Nazionale e a breve distanza dalla parrocchiale in direzione nord sorge la chiesa di Santa Croce. La sua costruzione risale al XVI secolo, è un edificio abbastanza piccolo con una facciata stretta e alta, decorata con pietra a vista che incornicia sia le due estremità della facciata, sia il portone squadrato. Nella parte superiore vi è una finestra rettangolare per permettere l’ingresso della luce, e poco più in alto il tetto a due spioventi, sormontato da un piccolo campanile a vela. All’interno ha un’unica facciata con copertura a botte, sorretta da archi, con due cappellette laterali.
In direzione sud-est rispetto alla chiesa parrocchiale, nell’omonima via, sorge la Chiesa della Madonna del Rosario. Costruita nel XVI secolo in stile gotico catalano, è stata oggetto di ristrutturazioni in tempi più recenti. Una piccola scalinata conduce a una facciata molto semplice esteticamente, con un portone squadrato incorniciato con decorazioni e con al di sopra una piccola nicchia con all’interno la statua della Madonna. Una finestra rettangolare nella parte superiore permette l’ingresso della luce, mentre la copertura è a due spioventi con un campanile a vela centrale. All’interno vi è una navata centrale con copertura a botte sostenuta da archi e quattro cappellette laterali, due per parte.
A Villanova Monteleone sono presenti anche alcune chiese campestri, ridotte a stato di rudere.
Quella più importante si trova a circa 3 km dal centro abitato in direzione sud-ovest, ed è la chiesa della Madonna Vergine d’Interrios, nella località omonima, su un pianoro immerso nella natura e circondata da alberi. La sua edificazione risale all’inizio del XIII secolo, la chiesa fa parte di un complesso più ampio di costruzioni con degli edifici che in passato ospitavano le colonie per i bambini e i pellegrini che si trattenevano per più giorni durante la visita al santuario. A lato della chiesa vi è infatti un porticato con il piccolo campanile a vela al di sopra. La struttura del santuario è alquanto imponente già a partire dalla facciata incorniciata da due colonne alle due estremità che si ergono per tutta l’altezza fino al tetto a due spioventi. Anche il portone squadrato è incorniciato da elementi decorativi, al di sopra del quale vi è una piccola finestrella rettangolare. All’interno vi è un’unica navata centrale con copertura a botte e sorretta da archi che la dividono in cinque campate e tre cappelle per lato.
Non molto distanti da questo santuario vi sono i resti di luoghi di culto campestri ridotti ormai a stato di rudere, le chiese di San Pietro, Sant’Elia, San Nicola, San Quirico e Sant’Eustacchio. Nei pressi del lago Temo si possono apprezzare invece i resti della chiesa della Madonna di Curos, della chiesa originaria che si ipotizza essere stata costruita dopo il XII secolo sono rimasti solamente una parete laterale in cui si possono apprezzare quattro archi e la base da cui si sviluppava quella che doveva essere la volta a botte, e la pianta semicircolare dell’abside con due altari semicircolari.
L’ampiezza del territorio di Villanova Monteleone ha fatto sì che i ritrovamenti archeologici siano stati numerosissimi e testimoniano la presenza di insediamenti umani oltre 5500 anni fa. Le domus de Janas sono i siti più antichi, nel territorio se ne contano a decine, ma sono principalmente due quelle che hanno attirato l’attenzione degli studiosi per il loro stato di conservazione e la loro architettura.
A circa 6 km di distanza dal centro abitato in direzione sud-est, non lontano dal lago Temo si trovano le necropoli di “Puttu Codinu”, un complesso di domus de Janas databili al Neolitico Recente, intorno al 3500 a.C., costituito da nove necropoli di cui le più caratteristiche sono la numero 8 e la numero 9. L’importanza di queste necropoli è data dal fatto che si sviluppano tutte in ambienti pluricellulari, che sono decorate con sculture ben conservate che rappresentano ad esempio il tetto, elementi taurini, mensole, stipiti, le false porte caratteristiche dei rituali di sepoltura di quel tempo, con un importante ritrovamento della Dea Madre, oggi custodita presso il Museo Sanna di Sassari.
Le altre necropoli degne di nota di questo territorio sono quelle di “Pubusattile”, che si trovano a circa 8 km dal centro abitato in direzione nord-est. Questo complesso è formato da sette ipogei e, come per quelle precedenti, la loro importanza sta negli elementi decorativi, in questo caso la pittura di colore rosso si è conservata maggiormente, ma sono presenti anche elementi scolpiti che fanno riferimento a elementi taurini, la falsa porta, e ornamenti vari che avevano lo scopo di accompagnare il defunto nell’aldilà.
Dal periodo nuragico sono decine le emergenze archeologiche arrivate ai giorni d’oggi. Per quanto riguarda i nuraghi, quello più rappresentativo è forse il complesso di “Nuraghe Appiu”, che si trova a circa 10 km dal centro abitato in direzione sud-ovest. Un sito ancora solo parzialmente scavato ma che mostra una struttura quadrilobata, con le quattro torri agli angoli unite da muri perimetrali lineari che delimitano l’area e il cortile interno e con una torre centrale che spicca su tutte. Una delle torri si sviluppa su due piani, ma ipoteticamente anche tutte le altre dovevano seguire la stessa struttura. Intorno al nuraghe alcuni scavi hanno portato alla luce delle strutture circolari e quadrangolari che costituiscono le capanne di un villaggio adiacente al complesso, ma si stima che strutture ancora coperte dalla terra rimangano ancora da scoprire.
Anche le tombe dei giganti sono presenti in numero cospicuo nel territorio di Villanova Monteleone. Una di queste, forse la più conosciuta, è quella di “Laccaneddu”, distante circa 10 km dal centro abitato in direzione nord-ovest. Nel complesso, la struttura si presenta ben conservata, con il vano funerario lungo circa 7 metri e largo quasi 3, che va a terminare in un’abside di forma semicircolare. La copertura non è presente ma si può comunque notare la maestosità di questa e delle altre costruzioni presenti in questo territorio da millenni, che mostrano i rituali e le credenze, quasi magiche, degli abitanti di un tempo.
SUL TERRITORIO
Nuraghe
Nuraghe
Nuraghe
Nuraghe
Nuraghe
Domus
NUMERI UTILI
FARMACIA
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CARABINIERI
Stazione
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COMUNE
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